Ucraina. La macchina della pace al lavoro. Ecco chi ricuce i disastri della guerra
La raccolta di aiuti e generi alimentari negli spazi del Sermig di Torino, all’Arsenale della Pace, a favore delle popolazioni ucraine colpite dalla guerra
Una macchina della solidarietà, della cooperazione, dell’impegno civile che ostinatamente interviene per ricucire i disastri della guerra. Il mondo pacifista italiano non sta a guardare, ma da subito si è attivato con la fantasia del Terzo settore. Anche se con mezzi certo non paragonabili a quelli degli eserciti, che spendono 100 milioni di euro per un singolo cacciabombardiere.
Gira a pieno regime ad esempio l’attività della Focsiv, la Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario che raccoglie molte ong di cooperazione. C’è ad esempio l’Associazione Francesco Realmonte che raccoglie a Milano medicinali per il campo rifugiati di Praga. C’è Casa do Menor Italia, che con L’Aquilone di Farigliano (CN) immagazzina indumenti e alimenti da donare alle Suore Missionarie della Congregazione di Villavecchia per le due case di accoglienza in Romania, aperte ai profughi. E Fondazione Punto Missione, presente in Romania a Timisoara e Bucarest, che con i Carmelitani Scalzi di Snagov e l’Associazione Mladita, ha aperto convento e Villaggio dei ragazzi per l’accoglienza dei profughi in transito per raggiungere familiari in Europa.
Anche il Sermig di Torino si è rimboccato le macchine per una massiccia mobilitazione che finora ha portato in Ucraina 1.300 tonnellate di aiuti con 70 tir, un aereo e alcuni pullman che hanno fatto la spola per portare profughi in Italia. Migliaia le persone venute a portare donazioni all’Arsenale: generi di prima necessità, cibo, materiale sanitario, prodotti per l’igiene. Con il denaro raccolto il Sermig è riuscito ad acquistare 4 ambulanze, zainetti di pronto soccorso, farmaci ospedalieri. Tutto portato a destinazione da volontari italiani, ucraini e rumeni in oltre 15 città ucraine.
La Comunità di Sant’Egidio dall’inizio della guerra si è impegnata fornire medicinali e materiale sanitario a una vasta rete di centri sanitari, comuni, associazioni di volontariato e soprattutto ospedali in molte città colpite, con un’attenzione ai centri di nefrologia e dialisi. Un centinaio di malati dializzati sono stati fatti espatriare e sono ospiti della Comunità in Italia. Il 22 aprile è stato consegnato a Leopoli al ministero della Sanità ucraino un importante carico di insulina e di levotiroxina, inviato in collaborazione con l’Ospedale Bambin Gesù, pari al fabbisogno di tre mesi per due ospedali. Sono farmaci salvavita: l’insulina per i diabetici, la levotiroxina per coloro ai quali è stata asportata la tiroide, condizione frequente in Ucraina dopo il disastro di Cernobyl.
Prosegue la raccolta di fondi «In fuga dall’Ucraina» promossa dall’Arci assieme a Arcs ong per la cooperazione, per sostenere le organizzazioni della società civile attive in Polonia nell’accoglienza dei rifugiati. Arci è stata una delle realtà protagoniste di Stop The War, la carovana di 70 automezzi di 220 attivisti di realtà laiche e cattoliche che hanno portato a Leopoli 30 tonnellate di aiuti, riportando in Italia donne, bambini, anziani e disabili in fuga dal paese.
Una grande colletta nazionale è in corso anche grazie alle Acli. I fondi saranno destinati ai centri profughi al confine con l’Ucraina con l’acquisto in loco e la distribuzione di materiale medico sanitario, alimenti e generi di prima necessità. Oltre che per l’accoglienza dei profughi presso la struttura di Ipsia Acli di Trento e altre del sistema Acli nel territorio nazionale, lle Acli hanno anche inviato una fornitura di 25 mila farmaci salvavita per il reparto di cardiologia del St. Luca’s Hospital a Lviv, nel distretto di Leopoli, per una spesa di circa 20 mila euro, portate da Prato con un treno speciale, 27 vagoni carichi di farmaci, alimenti, latte e pannolini.
Una raccolta diversa, immateriale ma ugualmente importante, è quella di contributi di riflessione riuniti nel libro «I pacifisti e l’Ucraina (Le alternative alla guerra in Europa)», distribuito gratuitamente come e-book sul suo sito da Sbilanciamoci!, la campagna di 49 organizzazioni e reti della società civile italiana impegnate sui temi della spesa pubblica e delle alternative di politica economica. Nell’attuale clima interventista, la raccolta presenta un pensiero alternativo indicando e le vie di una pace possibile, con analisi e testimonianze sull’opposizione alla guerra e la società civile a Mosca, a Kiev e in Europa.