Open Arms. Processo a Salvini: udienza rinviata al 17 dicembre
È stata rinviato al prossimo 17 dicembre il processo di Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e di rifiuto di atti di ufficio. Lo ha deciso il presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Palermo Roberto Murgia. Questa mattina il leader della Lega e l’avvocato Giulia Bongiorno si sono recati al Carcere Pagliarelli di Palermo per la prima l’udienza. «Qui Aula di Giustizia del carcere di Palermo. Il processo voluto dalla sinistra e dai tifosi dell’immigrazione clandestina comincia: quanto costerà ai cittadini italiani?», ha scritto su Twitter Salvini, postando un suo selfie dal tribunale, con tanto di gabbia e sbarre alle sue spalle.
Presenti in aula il Procuratore Francesco Lo Voi, l'aggiunta Marzia Sabella e il pm Geri Ferrara. Il Tribunale è presieduto da Roberto Murgia. Vietato l'ingresso delle telecamere in aula, mentre i giornalisti sono stati fatti accomodare nell'aula accanto e possono assistere all'udienza solo attraverso gli schermi. Blindata l'aula bunker. Polizia e Carabinieri presidiano la zona limitrofa. All'inizio dell'udienza la Procura di Palermo ha chiesto al tribunale l’interrogatorio del leader della Lega. Tra le richieste probatorie anche le testimonianze dell'ex premier Giuseppe Conte e del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Il presidente della seconda sezione penale del tribunale Roberto Murgia ha ammesso tutti i testi di accusa e difesa. Verranno sentiti, oltre all’ex premier Conte e alla ministra Lamorgese, anche l’attore Richard Gere e l’ex premier maltese Joseph Musca.
All'ammissione di Gere si era opposta la procura: «Un teste deve essere ammesso - aveva argomentato il procuratore Francesco Lo Voi che ha sollecitato invece l'interrogatorio dell'imputato - per fornire un contributo utile. Al di là della spettacolarizzazione data dalla presenza di una star internazionale, ci sono ben altri e ben più qualificati testi». Ma il legale di Open Arms, che aveva citato l'attore americano, aveva ribadito: «Gere è stato a bordo della nave il 9 agosto 2019 e ci può riferire quali fossero le situazioni complessive a bordo».
L'avvocato di Salvini, l'ex ministro Giulia Bongiorno, ha citato la sentenza definitiva di assoluzione per una vicenda analoga emessa dal tribunale di Catania che «ha analizzato una serie di eventi, tantissimi sbarchi» precisando «che ad esempio per Open Arms non c'era competenza italiana e questo significa che una nave che batte bandiera olandese e che ha la possibilità di andare in una serie di porti, a partire da Malta, è una nave rispetto alla quale il Pos (Place of safety, il porto sicuro) non doveva essere dato dall'Italia. E se non c'era un obbligo dell'Italia non ci poteva essere nessun tipo di reato». Bongiorno ha anche sostenuto che la «condivisione, un vero e proprio consenso da parte di tutti i ministri e in particolare del premier». E «anche con il governo Conte due il ministro Lamorgese ha seguito la stessa procedura: prima gli accordi, poi si sbarca. Quindi non c'è nessun ritardo nello sbarco, c'è stato il tempo necessario per stabilire di chi era la competenza e dove dovevano sbarcare».
Parlando all'uscita dell'udienza con i giornalisti, Salvini ha scelto per difendersi la linea dell'attacco: «Ci sono sicuramente dei motivi economici, in Italia ci sono diverse inchieste sui soldi che le ong guadagnano con questa loro attività. Non vorrei che al di là dell'umanità ci fosse dietro un interesse economico in questo traffico di essere umani - ha insinuato - perché alcune sentenze in Italia, seppure in primo grado, hanno già condannato qualcuno per avere rubato grazie all'immigrazione clandestina». Affermazioni che in realtà non possono riguardare le attività delle ong che fanno soccorso in mare, su cui sono in corso due procedimenti per presunti illeciti di altro tipo, ma semmai reati commessi nel settore dell'accoglienza. Come insegna ad esempio l'inchiesta romana sul Mondo di mezzo e i traffici di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.