Legge sull’omofobia? Ancora tappe forzate, anche al Senato. Il presidente della Commissione Giustizia , Nitto Palma (Fi), e la relatrice del provvedimento, Monica Cirinnà (Pd), sembrano avere molta fretta di portare a casa il contrastato provvedimento, approvato in prima lettura alla Camera. Palma, nei giorni scorsi, ha annunciato che avrebbe convocato anche delle sedute in notturna per andare avanti con l’esame. Detto e fatto, tant’è che la Commissione si è riunita anche ieri dopo cena. Mentre Cirinnà ha parlato della necessità di «procedere speditamente». La legge ha avuto un iter molto difficile e controverso. Perché non si tratta qui soltanto di dire, semplicisticamente, che bisogna proteggere i gay dalle discriminazioni o dalle violenze. Ma ci sono rischi di introdurre forme odiose di repressione della libertà di pensiero e di religione. Alcuni punti fermi, da questo punto di vista, la legge votata dalla Camera cercava di fissarli. Ma anche questa garanzia rischia di saltare. Sergio Lo Giudice, senatore del Pd, ex presidente di Arcigay, infatti è sul piede di guerra. E annuncia di aver raccolto su una sua proposta di legge «migliorativa» 90 senatori. Nel suo mirino proprio le categorie («di natura politica, sindacale, sanitaria, di istruzione, di religione o di culto»), escluse dall’incriminazione, che era al centro del compromesso trovato alla Camera. Lucio Malan (Fi) spiega: «Non voglio che diventi reato citare passi della Bibbia o sostenere che è preferibile per un bambino avere un papà e una mamma». E Maurizio Sacconi, capogruppo di Ndc, aggiunge: «È doveroso evitare una legge divisiva che introduca un imponderabile reato di opinione e di associazione». Lucio Romano, capogruppo di Progetto per l’Italia (ex Sc) parla di «accelerazione strumentale di un dibattito che richiederebbe ponderazione in un momento difficile come l’attuale»
A tappe forzate, come si trattasse di un’emergenza nazionale, sfruttando la notte... Come già alla Camera, ora anche al Senato il dibattito sulla "legge antiomofobia" avviene in notturna. «Perché?», si chiede Eugenia Roccella, deputato del Nuovo Centrodestra (Ncd), cui non sfugge la singolarità e la reiterazione del caso: «Alla Camera era successo sia in Commissione che in Aula, ora di nuovo in commissione Giustizia al Senato. Un iter giustificabile solo di fronte a un’urgenza nazionale, ma in questo caso che fretta c’è?».
Che cosa giustificherebbe una tale accelerazione?Si va in notturna per una legge di stabilità o per un decreto che altrimenti va in scadenza, ma per discutere una legge come quella sull’omofobia certo non c’è bisogno di un "golpe" notturno, a meno che non si voglia agire di nascosto, evitando un dibattito democratico. Vorrei sapere quando mai in questa legislatura si è agito così. Tra l’altro proprio quanto avvenuto alla Camera dimostra che l’urgenza non c’era, se fra la discussione notturna in commissione e la discussione notturna in Aula fecero passare settimane... Non ha senso: se vado in notturna, il giorno dopo all’alba chiudo la legge.
Il vero motivo quindi è un altro.
Non si vuole fare un dibattito aperto e onesto, sia nei confronti dell’opinione pubblica, sia di Camera e Senato. Il punto fondamentale è che questa legge non è fatta per proteggere qualcuno, ma per censurare idee e opinioni, rendendo un reato punibile affermazioni del tipo che la famiglia è quella naturale, la stessa citata dalla Costituzione come unica e vera. È una legge da "caso Barilla", che nulla ha a che fare con il suicidio del ragazzino romano. Se vuoi proteggere davvero le persone, com’è noto, non impedisci la circolazione di idee, ma fai cultura, formazione nelle scuole, insegni il rispetto reciproco e l’accettazione di ogni persona. Si tenta di inserire l’omofobia nella legge Reale-Mancino, che però contrasta le idee razziste partendo da una definizione di razzismo codificata a livello internazionale. Qui invece si vuole colpire una indefinita "omofobia" per nulla codificata, cercando di reprimere la libertà d’espressione e di opinione.
Tra l’altro rappresentativa del pensiero comune alla stragrande maggioranza degli italiani...Proprio per questo si agisce di notte. Comunque il vero interrogativo che si apre è che cosa farà ora Forza Italia? Che posizione prenderà? Sarà coerente con quanto detto e fatto in tutta la sua storia o è diventata "altro"? Questa sarà la prova del nove.
Bondi soprattutto, ma anche Galan e altri, sembrano in effetti il risultato di una mutazione a 180 gradi...Noi ci siamo scissi da Forza Italia per reggere il governo e quindi l’unità del Paese in un momento di forti pressioni da parte europea sulle riforme, ma la salvaguardia del governo non è a prescindere, anzi, è molto relativa al momento. Resta dunque molto importante, adesso, definire con chiarezza le nostre culture di riferimento: noi abbiamo una posizione precisa su tutti i temi etici, siamo conservatori sulla questione antropologica e innovatori dal punto di vista sociale. Forza Italia cos’è? I ripetuti attacchi a noi da parte di Bondi e dei giornali d’area pongono dei dubbi sulla natura del nuovo partito, ma per fortuna ora, di fronte a un provvedimento ben preciso e al voto in Aula, si definirà chiaramente se la loro posizione è quella di Bondi, Capezzone, Galan o è quella che hanno sempre espresso. Ad esempio sapremo se Forza Italia è cambiata rispetto al caso Englaro e alle grandi battaglie che in passato ha coraggiosamente portato avanti.