È una donna romana di 52 anni, la prima denunciata per il nuovo reato di omicidio stradale, entrato in vigore giovedì. Nella mattinata di ieri, mentre a bordo del proprio Suv stava guidando lungo la via Aurelia, ha investito un gruppo di quattro ciclisti, dandosi poi alla fuga senza prestare soccorso. Uno di loro, Roberto Giacometti, di 76 anni, è morto dopo il ricovero all’Aurelia Hospital, mentre due sono stati ricoverati in gravi condizioni al San Camillo. Alcune ore dopo, la donna si è presentata alla caserma dei carabinieri di Montespaccato, per costituirsi. «Sono scappata perché ho avuto paura», avrebbe detto ai militari, che l’hanno denunciata per omicidio stradale. La 52enne è risultata negativa ai test sull’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti. Questi particolari, se le eviteranno le aggravanti previste dalla legge (fino a 12 anni di reclusione), non la mettono al riparo dalle altre pene previste. Spetterà al giudice valutare, per esempio, la gravità della fuga seguita all’incidente. In questo caso, infatti, scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi, e la pena non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni. Per la donna, il Codacons ha chiesto una «punizione esemplare». «Ogni giorno – ricorda il presidente Carlo Rienzi – pedoni e ciclisti rischiano la vita in città, e i numerosi casi di persone investite da automobili dimostrano la mancanza di sicurezza sul fronte stradale». Nel 2015 sono stati 87, contro i 99 dell’anno precedente, i ciclisti morti in un incidente stradale. È quanto emerge dai dati di Polizia di Stato e Carabinieri diffusi dall’Asaps, l’Associazione sostenitori ed amici della Polizia stradale, il cui Osservatorio ha evidenziato, inoltre, come siano stati 19 i ciclisti vittime di pirateria stradale.
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