Danilo Restivo «uccise Elisa colpendola con 13 coltellate al torace dopo un approccio sessuale rifiutato». Così il pg di Salerno Lucio Di Pietro descrive la morte di Elisa Calps il 12 settembre 1993. Contro l'uomo, aggiunge, «ci sono gravi precisi e concordanti indizi di colpevolezza» per questo delitto. Elisa è stata uccisa lì dove è stata trovata, il corpo «parzialmente coperto» con materialeche è stato poi rimosso negli anni». «Il corpo - dice ancora il pg - è sempre rimasto nel sottotetto. È stata uccisa negli stessi luoghi in cui aveva incontrato Restivo». La Procura «non ha elementi» per dire se Restivo fu aiutato ad occultare il corpo della ragazza da qualcuno.
GLI SVILUPPI DOPO L'ARRESTO IN INGHILTERRADopo l’Inghilterra, l’Italia. Ieri il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno ha accolto la richiesta di arresto per Danilo Restivo. Il provvedimento era stato avanzato dalla procura generale per l’omicidio di Elisa Claps, la studentessa potentina sedicenne scomparsa il 12 settembre 1993, il cui cadavere è stato ritrovato il 17 marzo scorso nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza.La richiesta di arresto sarebbe stata notificata a Restivo ieri in Inghilterra, dove il principale indagato per la morte di Elisa è detenuto dal 19 maggio. La polizia del Dorset infatti, lo accusa dell’omicidio della sarta inglese Heater Barnett avvenuto nel 2002 a Bournemouth, città dove Restivo vive da oltre dieci anni. Decisiva, ai fini della richiesta di arresto italiana, sarebbe stata la comparazione con il Dna di Restivo delle tracce rinvenute nel sottotetto a Potenza. L’autopsia compiuta sul corpo della ragazza rivelerebbe inoltre che Elisa sarebbe stata pugnalata e sarebbe morta dissanguata. Per spiegare i particolari della vicenda, questa mattina il procuratore generale di Salerno, Lucio Di Pietro, terrà una conferenza stampa.Proprio poche ore prima della decisione scaturita dalla procura di Salerno, si era appreso che il Tribunale della Corona di Winchester, non avendo ricevuto dalla difesa dell’indagato istanza di scarcerazione su cauzione, aveva disposto la custodia in carcere di Restivo fino all’inizio del processo per l’omicidio Barnett che avverrà in settembre. Ma questa non è l’unica novità che arriva dalla Gran Bretagna. L’avvocato di Omar Benguit, l’uomo condannato, dopo non poche polemiche, per l’omicidio della studentessa sudcoreana Jong ok Shin, uccisa nel 2002 sempre a Bournemouth, ha presentato alla magistratura una richiesta di revisione del processo (già accolta) e un atto di incriminazione contro Restivo.Nel corso della vicenda Claps, Restivo, come emerso nel processo a suo carico per false dichiarazioni al giudice, è stata l’ultima persona a vedere in vita la sedicenne di Potenza e non è stato in grado di spiegare ciò che fece quella domenica mattina del 12 settembre, in un arco di tempo cruciale di circa 90 minuti tra mezzogiorno e le 13.30. Le indagini della procura potentina sono sempre state definite, dalla famiglia Claps, superficiali e poco approfondite. «Esprimiamo soddisfazione per un atto che invano avevamo elemosinato per 17 anni», ha detto ieri sera Gildo Claps, il fratello di Elisa. La famiglia «auspica» che l’arresto di Restivo «sia il primo tassello di una verità attesa da un tempo interminabile. Auspichiamo – ha continuato – che adesso complicità ed inadempienze vengano finalmente alla luce».«Voglio attendere di leggere il provvedimento prima di commentare – ha aggiunto il legale dei Claps, Giuliana Scarpetta –, anche per una forma di rispetto nei confronti degli inquirenti. Aspetto con ansia di poter leggere anche la perizia autoptica; ho sempre pensato che lì dentro ci fossero elementi talmente ponderosi – ha concluso – da poter segnare un percorso che portava a Restivo».