Attualità

Roma. Olimpiadi, il rilancio di Renzi

Alberto Caprotti mercoledì 10 dicembre 2014
Una scelta forte, strategica, volutamente controcorrente. Proprio nel pieno di Mafia Capitale, Matteo Renzi annuncerà ufficialmente la candidatura di Roma quale città ospitante delle Olimpiadi del 2024. Lo farà lunedì, al Coni, in occasione della cerimonia della consegna dei “Collari d’Oro” al merito sportivo, alla quale per tradizione il presidente del Consiglio in carica è invitato. Ci sarebbe tempo in realtà, e tanto. Per farlo in un contesto meno burrascoso, visto che le città che ambiscono ad organizzare i Giochi 2024 devono formalizzare la loro proposta al Cio entro il 15 settembre 2015. Ma Renzi è deciso: sarebbe un annuncio “politico” il suo, quasi provocatorio. Per ribadire che Roma, travolta da scandali e sospetti, vuole e può reagire subito. Al momento il progetto è tutto da calibrare. Esiste nei piani, ma è parecchio diverso da quello pensato e avviato dal Coni quando presidente era Gianni Petrucci e il capo del governo si chiamava Mario Monti. Era il 2012, il sogno si chiamava Roma 2020 e il governo lo bocciò senza appelli. Da allora è peggiorata, e non di poco viste le vicende di questi giorni, la situazione “ambientale” per sostenere una candidatura olimpica romana. Mentre quella economica del Paese potrebbe essere più propizia, almeno in prospettiva e nelle ambizioni del governo. Ma ad essere cambiate in meglio, da poche ore, sono di certo le condizioni di ingaggio, dopo che il Comitato Olimpico Internazionale ha rivoluzionato le regole per ospitare i Giochi all’insegna della flessibilità e della riduzione dei costi, consentendo proprio a partire dall’edizione 2024 che la sede prescelta possa allargare ad altre città il territorio sul quale ospitare le gare. La svolta consentirebbe alla capitale di non correre da sola, trasformando l’opportunità da Roma 2024 a una sorta di “Italia 2024”. Non c’è un dossier pronto, ma secondo le prime indiscrezioni Milano, Torino, Firenze, Venezia e Bologna potrebbero ospitare le competizioni di calcio, basket e volley, mentre la vela sarebbe dirottata su Napoli. C’è anche un’idea di massima - che il Coni non conferma per affidare la presidenza del comitato promotore proprio a Corrado Passera che da ministro dello Sviluppo Economico fu al fianco di Monti nel decidere che la passata candidatura non aveva ragione di esistere. Luca Pancalli invece sarebbe il candidato eccellente per assumere l’incarico di direttore generale.  Abbastanza chiari anche i contorni economici dell’operazione: quella che Matteo Renzi annuncerà lunedì giocando d’anticipo (in assoluto è la prima al mondo in ordine di tempo) sarà una candidatura che presuppone circa 10 miliardi di euro di spese, coperti in parte da investimenti privati e con il sostegno di 2 miliardi di dollari versati direttamente dal Cio. Un’Olimpiade low-cost considerando che alla russa Sochi i Giochi invernali del febbraio scorso sono costati 50 miliardi di dollari, una follia oggi insostenibile da chiunque. La sede delle Olimpiadi 2024 verrà votata e decisa a Lima, in Perù, nell’estate del 2017. La grande scommessa è sapere se per allora Roma avrebbe la forza di competere con rivali come Berlino o Amburgo, probabilmente Parigi, forse Istanbul e una tra Los Angeles, Boston, San Francisco o Washington. Ma soprattutto la forza di imporsi alla naturale ritrosia di chi non crede possibile organizzare qualcosa nel nostro Paese che porti lavoro e sviluppo nel segno della trasparenza, dell’onestà e dell’efficienza. Renzi ci crede. E lunedì prossimo lo ribadirà anche in chiave di proposta olimpica.