L'Italia non è nella situazione di avere bisogno di aiuti finanziari da altri Paesi o istituzioni per superare la crisi economica. Lo ha detto il presidente del Consiglio italiano
Mario Monti in un incontro con economisti al Peterson Institute di Washington. Monti ha anche detto che se la crisi greca si risolverà, si attende che la situazione del riallineamento dei tassi dei titoli italiani acceleri verso la situazione precrisi e che non pensa, in ogni caso, che la ristrutturazione greca possa influire negativamente sulla situazione dei titoli di Stato italiani. Il presidente del Consiglio italiano ha anche detto di non vedere l'area dell'euro restringersi e Paesi che la vogliano abbandonara ma, al contrario, vede nuovi Paesi che vogliono aggregarsi all'Eurozona. L'Italia, ha detto Monti, è vista dagli investitori come un Paese con forti fondamentali.In precdenza il premier aveva detto di aver notato «molto interesse al Congresso» americano sulla «svolta italiana dal punto di vista economico e finanziario». Parlando a margine dei colloqui con lo speaker della Camera dei rappresentanti, il repubblicano John Boehner, e con alcuni deputati senatori di origine italiana, Monti ha sottolineato che questa svolta «incoraggia gli Usa che vedono nell' Italia un partner non solo storicamente vicino e alleato, ma che in questa fase può contribuire a dare più impulso all'Ue e alla crescita, con vantaggio generale per le due rive dell'Atlantico». Monti si è detto «molto contento» di poter iniziare la sua visita a Washington da Capitol Hill. «Lo trovo simbolico e significativo», ha osservato. «Sappiamo tutti - ha aggiunto - il fondamentale impegno che i Parlamenti hanno nelle nostre democrazie, e, così come in Italia il nostro interlocutore fondamentale è il Parlamento, era giusto iniziare questa visita dal Congresso, così come la settimana prossima avrò il piacere di rivolgermi al Parlamento europeo di Strasburgo». Gli incontri al Congresso, dove Monti è stato raggiunto dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, sono stati organizzati con la collaborazione del deputato italoamericano Pat Tiberi, un repubblicano dell'Ohio come Boehner, originario dell'Aquila. Il premier ha anche avuto un incontro bipartisan i presidenti delle Commissioni di Senato e Camera che si occupano di politica estera e questioni economiche.
LA VIGILIA DEL TOUR IN USAÈ più che un
carnet di buone intenzioni, quello che il presidente del Consiglio Mario Monti ha portato con sèé negli Stati Uniti, decollando ieri sera da Roma. Il messaggio chiave della missione oltreoceano è ambizioso, ma gravido di prospettive: convincere il presidente Barack Obama della necessità di «un patto» fra gli Stati Uniti e i Paesi Ue per la «sana gestione delle economie tra le due sponde dell’Atlantico», con lo scopo di scongiurare nuove turbolenze finanziarie internazionali.Un auspicio che Monti ha anticipato in due interviste al
Wall Street Journal e alla tv pubblica
Pbs, rilasciate alla vigilia della partenza e nelle quali il premier ha ribadito come l’Italia ora sia più forte e meno esposta a un eventuale
default della Grecia, rispetto ad alcuni mesi fa. Il nostro Paese, ripeterà oggi il presidente del Consiglio italiano al capo di Stato americano, ha intrapreso un cammino di riforme politiche, economiche e sociali che rappresenta qualcosa di più di un attestato di
good will, di buona volontà. Certo, resta un percorso in salita, arduo ma possibile, condotto da un premier libero da condizionamenti elettorali, che del resto negli Usa pare già aver trovato consensi, se è vero che un articolo sul sito del
WSJ lo omaggia così: Monti «segna un chiaro cambiamento di rotta rispetto al suo predecessore Berlusconi. E sembra guadagnarsi con successo amici a nord delle Alpi», anche se «non sarà
mister popular nel suo Paese», per via delle severe riforme attuate.Un solido biglietto da visita, utile a convincere il presidente del colosso a stelle e strisce della necessità di giocare una partita comune per scacciare lo spauracchio della crisi dai mercati: Obama, ha dichiarato Monti alla tv pubblica americana, potrà aiutare l’Italia e l’Europa «attraverso una sana gestione dell’economia statunitense, difficile da gestire, come noi possiamo aiutare lui nell’evitare l’esplodere di tensioni dell’eurozona. Penso che da entrambe le parti dell’Atlantico lavoreremo bene nella direzione desiderata».Di buoni argomenti, il professore potrà spenderne molti: dal
fiscal compact, il patto di bilancio col quale il vecchio Continente punta ad arginare la crisi, alle ricette del suo esecutivo, iniziando da quei provvedimenti "Salva Italia", "Cresci Italia" e dalle ipotesi di riforma del mercato del lavoro «nell’interesse delle nuove generazioni», che nelle scorse settimane avevano già incassato un primo apprezzamento dell’amministrazione Usa. E la sponda europea offerta da Monti potrebbe rivelarsi vantaggiosa anche per Obama, impegnato nella campagna per le presidenziali 2012, per assicurarsi un «paladino» della crescita nel dibattito europeo.Accanto al premier, nel viaggio, c’è il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Santagata, che proprio nella capitale federale degli Usa aveva ricoperto fino a novembre l’incarico di ambasciatore. La sua presenza sarà fondamentale per affrontare i roventi dossier di Siria, Iran e Afghanistan, con la diplomazia Usa ma anche coi vertici dell’Onu, a New York. E non mancherà una tappa nel tempio della finanza di Wall Street, dove Monti potrebbe rammentare garbatamente a chi indicava l’Italia quale prossima vittima del domino-default, il calo dello spread di oltre 200 punti e la capacità del Paese di rientrare tra gli "attori" della scena europea.Nel frattempo, un segnale di ritrovata sintonia fra l’amministrazione statunitense e i governi del vecchio continente arriva in una materia, quella del segreto bancario, di solito refrattaria a compromessi. Ieri infatti Usa, Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito hanno annunciato di volersi uniformare, attraverso accordi bilaterali, al cosiddetto "Fatca" (Foreign Account Tax Compliance Act), in vigore dal 2013 per individuare eventuali evasori fra gli americani con conti all’estero. «Sono accordi basati sul principio di reciprocità - spiegano al Ministero dell’Economia -. Quando l’Italia li avrà siglati, avverrà uno scambio automatico di informazioni in due direzioni (da e verso gli Stati Uniti): gli americani potranno interrogare le nostre banche sui conti di loro cittadini e noi le loro per quanto riguarda nostri correntisti negli Usa, con benefici per la lotta all’evasione e all’opacità di capitali all’estero».
Prima tappa alla Casa Bianca, poi Wall Street e l’OnuL’agenda della visita negli Usa del premier italiano, Mario Monti, prevede due tappe nel corso di 48 ore: oggi nella capitale federale, Washington, e domani a New York, con diversi appuntamenti. Stamani, sono fissati una serie di incontri al Congresso e quindi un intervento presso il Peterson Institute, rispettato think tank internazionale. Nel pomeriggio di oggi, l’appuntamento più atteso: il vis-à-vis col presidente americano Barack Obama, il primo in assoluto per Monti da quando ha iniziato il mandato, fra le pareti della Casa Bianca. Domani, la seconda tappa a New York con una visita alla comunità finanziaria di Wall Street e due appuntamenti al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite, col segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, e col presidente dell’Assemblea, Al Nasser. Infine, prima di rientrare nel nostro Paese, per il presidente del Consiglio ci sarà un momento da trascorrere coi rappresentanti della comunità italiana.