La misura. Gas ed elettricità, il nuovo freno (da 3,8 miliardi) al caro bolletta
Contatori del gas
Per il gas un taglio dell’Iva al 5% e l’azzeramento dei cosiddetti oneri di sistema per tutti. Per l’elettricità gli oneri saranno annullati per le utenze fino a 16 Kwh. Inoltre ci sarà un intervento specifico per sostenere le famiglie a basso reddito e una rateizzazione della spesa energetica per le imprese.
Prende forma il pacchetto da 3,8 miliardi per arginare il caro-bollette nel primo trimestre del prossimo anno, mentre sui mercati internazionali i prezzi del gas continuano a correre e il ministro Stefano Cingolani teme che i rincari possano proseguire fino al 2023.
Del nuovo provvedimento anti-stangata si è parlato ieri in Consiglio dei ministri dove il responsabile dell’Economia Daniele Franco ha illustrato ai colleghi i contenuti delle misure che già oggi dovrebbero prendere la forma di una emendamento alla manovra di bilancio, mentre pare tramontata l’ipotesi di un decreto ad hoc. Si tratta della terza volta in sei mesi che l’esecutivo interviene sui prezzi delle bollette. Nei due trimestri precedenti erano già stati messi sul piatto circa 5 miliardi, dei quali oltre 3 solo a ottobre. Fondi che avevano frenato ma non azzerato i rincari nel quarto trimestre: ridotti dal 45 al 30% per l’elettricità e dal 30 al 14% per il gas. Anche dal primo gennaio potrebbe andare più meno nello stesso modo. Nonostante l’aumento delle risorse, quasi raddoppiate dai 2 miliardi stanziati nella versione originaria della legge di bilancio.
Arera, l’autorità di settore, fisserà le nuove tariffe il 28 dicembre (salvo slittamenti per attendere l’ok definitivo alla manovra) sulla base dei prezzi delle materie prime energetiche registrati fino ad allora. Solo a quel punto si saprà esattamente in quale misura gli aumenti saranno calmierati. 600 milioni serviranno per tagliare l’aliquota Iva al 5% sul gas, 1,8 miliardi per azzerare gli oneri di sistema per le famiglie e le microimprese e 900 milioni per il bonus sociale che consente di mantenere inalterate le bollette ai nuclei numerosi e a basso reddito (Isee entro gli 8.265 euro o 20.000 con più di tre figli, se le soglie resteranno come ora). Per le Pmi si pensa invece a un meccanismo di rateizzazione.
Per i prezzi dell’energia le prospettive restano preoccupanti. «Non è ancora chiaro se l’aumento del prezzo del gas sia contingente o possa rientrare con l’apertura del North Stream 2», ha affermato ieri Cingolani. L’Acer (agenzia europea per l’energia, ndr) «teme che possa continuare fino al 2023 e in questo caso la mitigazione delle bollette fatta finora non sarebbe più possibile, servirebbero misure strutturali». Il ministro della Transizione ecologica ha aggiunto che si sta verificando «come aumentare la quota di produzione nazionale del gas, a parità di consumi interni, riducendo le importazioni. Non si tratta di trivellare di più, ma di usare di più i giacimenti che ci sono già, che sono chiusi e che possono essere riaperti in un anno».
Sui prezzi influiranno anche le decisione che saranno prese a livello europeo. Il primo appuntamento è il Consiglio Ue di domani. «L’Italia insieme a Francia, Spagna e altri Paesi, propone di muoversi assieme, di avere un comune approccio, non solo per calmierare i prezzi ma anche per avere progetti comuni come quello sullo stoccaggio», ha affermato il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola. Nello specifico si entrerà il 20 dicembre quando torneranno a riunirsi i ministri dell’Energia dell’Unione. Cingolani non è molto ottimista: Germania, Austria, Danimarca e Olanda, Paesi che usano molto carbone non vogliono intervenire sulla regolazione dei mercati dell’energia, ha spiegato ieri. Mentre Italia, Spagna, Romania e Grecia (Paesi del sud che puntano sulle rinnovabili) «hanno proposto la possibilità di regolare i prezzi dell’energia, contratti di acquisto comuni e a lungo termine, stoccaggi congiunti e riserve strategiche». Si vedrà con quale esito. Mentre le quotazione del gas non si fermano. Ieri sono salite del 3,2% a 119,5 euro per Mwh.