Attualità

Per il Giubileo Confindustria va dal Papa

Mimmo Muolo sabato 27 febbraio 2016
È il Giorno del Giubileo dell’Industria. Una novità nel panorama dell’Anno Santo. Oltre 7mila imprenditori, provenienti da tutta Italia faranno visita al Papa nell’Aula Paolo VI in Vaticano e poi varcheranno la Porta santa della Basilica di San Pietro. Ieri, la giornata di vigilia è stata vissuta all’insegna della riflessione grazie al convegno organizzato da Confindustria sul tema «Fare insieme. Sviluppo, istruzione, lavoro». E naturalmente c’è grande attesa per le parole che Francesco rivolgerà al mondo delle imprese. Il Pontefice ha già toccato più volte questi temi. Basti pensare all’enciclica Laudato sì. Ha spesso ricordato che come tutte le attività dell’uomo, anche l’economia e la finanza devono essere a servizio dell’uomo. E ha stigmatizzato con forza le degenerazioni conseguenti alla visione secondo cui è il denaro a diventare un’idolo. Il 28 febbraio 2015, ricevendo i membri della Confcooperative sottolineò: «Un certo liberismo crede che sia necessario prima produrre ricchezza, e non importa come, per poi promuovere qualche politica redistributiva da parte dello Stato. Altri pensano che sia la stessa impresa a dover elargire le briciole della ricchezza accumulata. Si corre il rischio di illudersi di fare del bene mentre, purtroppo, si continua soltanto a fare marketing, senza uscire dal circuito fatale dell’egoismo delle persone e delle aziende che hanno al centro il dio denaro». Francesco, però, non è contro il capitalismo tout court. Il 31 ottobre scorso disse: «L’impresa è un bene di interesse comune. Per quanto essa sia un bene di proprietà e a gestione privata, per il semplice fatto che persegue obiettivi di interesse e di rilievo generale, quali ad esempio lo sviluppo economico, l’innovazione e l’occupazione andrebbe tutelata in quanto bene in sé». Sono solo due dei tanti interventi. Oggi si attende un’ulteriore parola.