Sende in campo persino il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per lodare «lo splendido discorso» del cardinal Bagnasco e per dare la sua interpretazione del messaggio di Todi, distorta – a suo parere – dai media, che la buttano sempre «sul teatrino della politica». Ma, insieme a lui, anche ministri, parlamentari, esponenti di primo piano di tutti i partiti politici. Chi per criticare, chi per puntualizzare o rivendicare, chi per aprirsi al dialogo. Di sicuro, l’appuntamento dei cattolici a Todi (e il processo che da lì ha preso le mosse) ha rappresentato una novità rilevante sul piano nazionale e sta costringendo le forze politiche a farci i conti. Berlusconi ha fatto diramare una nota ufficiale, per condannare «il rovesciamento di verità» operato dai giornali dopo il convegno di Todi, che pareva «destinato a dare una spallata al governo e a impostare direttamente una politica cattolica in senso neodemocristiano e terzopolista. È il contrario esatto della verità». E «il convegno di Todi – ha spiegato il premier – si è concluso con la decisione di far lievitare la presenza dei cattolici nella società italiana, attraverso un forte impegno sulle questioni del lavoro, dell’accoglienza e della solidarietà». Puntualizza anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, per dire sostanzialmente che non c’è bisogno di una nuova Dc, poiché «i cattolici hanno trovato nel Pdl un partito che ha difeso i loro valori non a chiacchiere o a parole». Sempre nel Pdl, un nutrito numero di dirigenti e di alti esponenti del governo, hanno sottoscritto un impegnativo documento che pubblichiamo in questa stessa pagina. Mentre il ministro Galan mostra insofferenza: «I cattolici votano e giudicano dai fatti: perché solo nel nostro Paese dobbiamo avere un dibattito culturalmente arretrato di almeno 50 anni sul ruolo dei cattolici in politica?». E insofferenza sembra mostrare anche il leader leghista Bossi, che si limita a dire: «I cattolici? Lo dicono da mesi che Berlusconi deve fare un passo indietro».Nel Terzo Polo, il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa è netto: «Le parole di Bagnasco sono illuminanti e chiarissime, non hanno bisogno di interpreti. Auguriamo tutto il bene possibile al nuovo percorso cattolico nato a Todi».Commentano anche esponenti del Pd. Uno dei leader della minoranza, Giuseppe Fioroni, invita le forze politiche a saper ascoltare invece di «continuare a tirare la giacca e a mettere il cappello o peggio ancora pronunciare giudizi sommari e sdegnate rampogne. Mi auguro che iniziative come quella di Todi fioriscano in tutti i territori e che siano sale e lievito per un impegno che contribuisca a salvare l’Italia e gli italiani». Per l’ex presidente del Senato Franco Marini «i fondamenti della cultura politica dei cattolici – dalla centralità della persona umana all’economia sociale di mercato alla vitalità dei corpi intermedi della società – rappresentano i cardini di una visione che oggi può ridare fiducia e speranza all’Italia». Maria Pia Garavaglia ricorda che la Dottrina sociale della Chiesa «non è una ricetta per cibi precotti» e che «l’incontro di Todi è un’assunzione di grande responsabilità» da parte di «cattolici impegnati» in un’ampia «rete sociale». Pierluigi Castagnetti chiede al Pd «di superare, nella relazione con la Chiesa, un’attenzione troppo rapsodica e opportunistica, sottovalutando il contributo che essa può offrire alla società italiana alle prese con un cambiamento cuturale, antropologico e politico probabilmente epocale». Sergio D’Antoni sostiene che «da Todi arriva una sfida che il Pd raccoglie in pieno».Dai protagonisti di Todi continuano ad arrivare letture autentiche: «Non eravamo lì a fondare partiti, sono fantasie», taglia corto il leader della Cisl Bonanni. Mentre Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, sottolinea che «la presenza dei cattolici nella società e nella politica non deve legarsi necessariamente alla forma di un partito» e sottolinea il dato di «una ritrovata unità e sintonia sui valori non negoziabili che il cardinal Bagnasco ha richiamato nel suo intervento a Todi e su alcuni contenuti essenziali: sostegno ai giovani e alle famiglie, un fisco che esce da una logica di tipo redistributivo per imboccare la strada della sussidiarietà». Anche Carlo Costalli (Mcl) invoca queste «riforme essenziali».