FEDE E POLITICA. Azione cattolica: «I cittadini arbitri della democrazia»
Il tema della “riforma istituzionale” sembrerebbe finalmente ritornato al centro della riflessione politica del nostro Paese. In particolare, si segnala l’apertura di tavoli tra le forze politiche per valutare possibilità e modalità di una riforma della legge elettorale. Si tratterebbe, invero, di un fatto assai significativo, se dal piano delle intenzioni si intendesse passare concretamente, senza più ritardi né infingimenti, a quello dei fatti.
In tal senso, per il bene comune della nostra democrazia, l’Azione Cattolica Italiana intende ribadire l’urgenza, tra le altre, di una riforma della legge elettorale e dei partiti politici. In più occasioni, nel corso di questi anni, e da ultimo nella nota Per un patto di rinnovata responsabilità, abbiamo invocato un atto di credibilità da parte della classe politica italiana su questi temi. Siamo convinti, infatti, che una responsabile riforma dell’architettura istituzionale non si limiti alla definizione di nuove regole, ma possa esprimere il senso, anche simbolico, di una vera e propria “riforma della politica”.
Nel contesto storico contingente, transitorio e complesso, va dilagando tra i cittadini italiani una generalizzata e preoccupante sfiducia nei confronti della politica e delle istituzioni democratiche. In questo scenario, non possono essere sottovalutate le conseguenze nefaste prodotte dalla vigente legge elettorale e dall’attuale sistema di funzionamento dei partiti politici. Nel primo caso, è stato interrotto il rapporto tra elettori ed eletti, nonché lacerato quello tra territori e rappresentanti; nel secondo, invece, è stata penalizzata la partecipazione dei cittadini ai processi democratici della vita del partito, in particolare in relazione al dibattito interno, al confronto sui problemi del Paese e alla selezione delle candidature. Ne è uscito pertanto complessivamente alterato il senso della partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica, come altresì dimostrato dal crescente tasso di astensionismo, andatosi registrando nel corso degli ultimi anni, in particolare alle elezioni politiche nazionali.
Si tratta dunque di un malessere diffuso, in particolare tra i cittadini più giovani, in alcuni casi convertito in deprecabili atti di anti-politica, ma in altri, invece, in costruttive iniziative di sussidiarietà civile.
Anche alla luce del fallimento delle iniziative referendarie, oggi, più che mai, è dunque rimesso al Parlamento - quale luogo privilegiato per le riforme, sede costituzionale del dibattito e del confronto politico - il compito di farsi carico di questi temi. L’imminenza delle elezioni politiche del 2013 suggerisce, infatti, un supplemento di responsabilità a tutte le forze politiche, affinché possano trovare le più ampie convergenze per consentire ai cittadini di ritornare alle urne con una nuova legge elettorale. Sarebbe un errore imperdonabile per la classe politica, una grave offesa per i cittadini e l’ennesima mortificazione per la nostra democrazia.
Come associazione, siamo convinti che una modifica delle regole del gioco possa contribuire ad aprire la partecipazione dei cittadini ai processi democratici. Occorre, dunque, in relazione alla riforma della legge elettorale, che ai cittadini, come “arbitri,” sia restituito il diritto di scelta dei propri rappresentanti, che sia assicurata chiarezza alla competizione elettorale, che sia garantita la rappresentatività del pluralismo delle idee e, insieme, la stabilità e l’efficienza delle istituzioni. In relazione alla riforma dei partiti, invece, si avverte l’esigenza di pensare ad una disciplina giuridica che ne assicuri i meccanismi di democrazia interna, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, favorendo la selezione su base democratica delle candidature, salvaguardando la trasparenza nella gestione delle risorse economiche e nella destinazione del finanziamento pubblico. In particolare, in relazione al tema del rimborso elettorale ai partiti politici, si impone oggi, con particolare urgenza, una riflessione ancora più ampia, critica e severa. Mentre, più in generale, occorre che la politica recuperi una propria etica di comportamento e si mettano al centro della riflessione alcune ulteriori questioni, come quella del limite del numero di mandato per i parlamentari.
In un clima di riforme, che ha imposto ingenti sacrifici ai cittadini italiani in nome del cambiamento in atto, riteniamo ancor più giusto che la classe politica, con un atto di corresponsabilità, si faccia concretamente carico di questi temi. Il partito trasversale delle rendite di posizione abbia, dunque, il coraggio di muovere una severa autocritica contro i propri meccanismi di selezione e sappia fare un passo indietro dinanzi all’incessante richiesta dei cittadini. La buona politica incoraggi l’impegno costruttivo dei cittadini attivi, apra varchi all’impegno appassionato, valorizzi i processi democratici che spontaneamente si alimentano tra la nostra gente.
L’Azione Cattolica Italiana, antica palestra di democrazia, intende non soltanto farsi interprete e portavoce di questa specifica istanza di cambiamento, ma altresì assicurare vigilanza costante, affinché la classe politica non resti sorda dinanzi alle richieste dei cittadini, dimostrando credibilità e passione per il bene comune del Paese.