"È alla rada del porto di Brindisi, a
un miglio: si può dire che il traghetto Norman Atlantic è
arrivato". La puntualizzazione arriva dalla Guardia costiera
brindisina che da giovedì sta seguendo il viaggio di ciò che resta
dell'imbarcazione andata a fuoco quattro giorni fa e che ha
trasformato una vacanza in un incubo per oltre 450 passeggeri.Di certo la nave non dovrebbe entrare in porto prima del pomeriggio perché si ha intenzione di far svolgere alcuni
"accertamenti tecnici non ripetibili" proprio nella zona di
fonda. Quindi l'autorità marittima, gli organi di polizia
giudiziaria, i consulenti tecnici, incaricati dal procuratore
di Bari Giuseppe Volpe e dal sostituto procuratore Ettore
Cardinali, dovrebbero salire a
bordo del traghetto incendiato.
Il giallo dei dispersi. Le persone tratte in salvo sono 477; il numero delle vittime è
per ora fermo a 11 ma tra le autorità greche e quelle italiane
c'è una forte discrepanza sul numero dei dispersi. "Non più di
18", per le elleniche. "Forse 98", riferiscono fonti della
procura barese. Che indagano per naufragio colposo, omicidio
colposo plurimo e lesioni colpose.Gli investigatori però sono
convinti che a bordo del traghetto partito da Patrasso ci fossero
più passeggeri di quelli dichiarati. Il timore è che l'ispezione
di stive e garage potrebbe rivelare verità finora solo ventilate
ovvero che nascosti tra i cassoni dei tir ci fossero disperati in
fuga da ribellioni e guerre e che, nella trappola infuocata
abbiano trovato la morte.
Salgono a 6 gli indagati. La procura di Bari ha formalmente iscritto nel registro degli indagati altre 4 persone nell'ambito delle indagini sul naufragio del Norman Atlantic. Si tratta di due membri dell'equipaggio e di due rappresentanti della ditta greca noleggiatrice, la Anek Line. Sono già stati indagati nei giorni scorsi l'armatore Carlo Visentini
e il comandante Argilio Giacomazzi.Le indagini cercheranno di chiarire se siano state fornite o meno
le informazioni sulle uscite di sicurezza e sulle modalità da
seguire in caso di emergenza. Tra i sopravvissuti c'è chi afferma
che la spiegazione da parte dell'equipaggio prima della partenza
non sia stata fornita. Specie alla luce di un altro rogo
scoppiato su una nave della stessa compagnia poco tempo fa.
Già un altro incendio. L'incendio di domenica scorsa infatti, è il secondo che si
sviluppa bordo di un traghetto della Anek Lines in un mese. Lo
scorso novembre infatti, a poco più di venti miglia da
Brindisi, le fiamme avevano avvolto la sala macchine dello
"Ierapetra" che viaggiava verso Igoumenitsa.