Attualità

L'Emilia vuole vivere. L'assessore Muzzarelli: «Questa non è la terra dei furbi»

Paolo Viana lunedì 19 novembre 2012
« Quando dicevamo di non tri­vellare Rivara ci deridevano, poi è arrivato il terremo­to… » Gian Carlo Muzzarel­li non lo manda a dire al governo ciò che vuole l’Emilia Romagna. Semmai lo scrive. L’ultima lettera era per Clini. «Ho scritto al ministro dell’ambiente di comunicarci uf­ficialmente che il deposito di gas a Rivara, area ad alta sismicità, non si fa più. Diver­samente, qualsiasi tribunale potrebbe ria­prire la questione...» L’assessore alle atti­vità produttive è il braccio destro di Erra­ni, certi toni può permetterseli. Come quando si scaglia, con quell’accento da modenese della montagna, contro chi «chi vuol fare fuori le Regioni e imporre la po­litica energetica dei grandi players». A sei mesi dal sisma, cosa chiedete a Monti? Il Parlamento sta discutendo il decreto 174 e il nostro tessuto produttivo ha lanciato un grido d’allarme: bisogna allargare l’elenco di coloro che hanno diritto alla proroga delle scadenze fiscali, includendo anche chi, pur non avendo subito danni a im­mobili o impianti, ha visto compromesso il fatturato. Penso all’autotrasportatore che si è trovato senza clienti, perché le industrie danneggiate hanno dovuto chiudere. L’Europa ci guarda… Il governo deve rispettare gli impegni, ma anche rendersi conto che questa non è la terra dei furbi. Vogliamo tornare a produr­re per il Paese il 'nostro' 2% del Pil. Si fi­nanza con sei miliardi una moratoria e un rimborso senza interessi in due anni, co­perto da un prestito della Cassa Depositi e Prestiti alle banche: chiediamo di rivedere termini e beneficiari. Cosa pensa del sistema scelto per eroga­re il prestito? Il marchingegno è complesso, ma evita problemi con l’Europa ed è lo stesso cana­le utilizzato dalla legge per la ricostruzio­ne, che garantisce la trasparenza. Chi ricostruirà l’Emilia terremotata? Quella civile passerà attraverso i Comuni, quella economica attraverso la Regione. Gli enti pubblici controlleranno le do­mande, la cassa depositi e prestiti e le ban­che erogheranno i rimborsi direttamente alle imprese che faranno i lavori. Non ci sarà una 'filiera' esterna. La Regione si è attrezzata con i propri uffici e i Comuni hanno potuto assumere 160 tecnici a tem­po determinato. In queste ore sta andan­do a regime la macchina che dovrà pro­cessare entro tre anni quarantamila do­mande: diecimila imprese danneggiate e trentamila abitazioni. Quanto vale la ricostruzione? Finora sono stati ipotizzati 12,2 miliardi, di cui nove disponibili, ma ricostruire il cra­tere 'vale' 13-14 miliardi di euro, perché questo è il valore dei tributi prodotti dal­l’economia di quest’area. Aggiungo che l’impegno del Commissario Errani e della Regione è totale. Abbiamo vinto la scom­messa di riaprire le scuole. Ora stiamo la­vorando a un piano con le Curie per uti­lizzare al meglio le risorse: se puntellare mi costa come riparare... Stanno uscendo nuovi bandi per finanziare le imprese che intendono adeguare i propri insediamen­ti alle nome antisismiche e i proprietari de­gli immobili danneggiati riceveranno in­centivi per interventi di miglioramento e­nergetico... Come valuta le dichiarazioni del presi­dente dell’Antimafia Beppe Pisanu se­condo il quale la malavita si è infiltrata nella ricostruzione. Ci aspettiamo una reazione dello Stato, at­traverso il Girer, anche in collaborazione con la Regione. Ma non accettiamo equi­voci, questa non è terra di furbi né di ladri ed è per questa ragione che chiediamo con forza a Monti di farsi carico della tensione che sta montando nel mondo produttivo. Il governo prenda atto del patto di agosto: imprese e lavoratori si sono rimboccati, hanno spostato i macchinari dalle fabbri­che danneggiate e nelle tensostrutture, sot­to i teloni, lavorando a cinquanta gradi di calore per dimostrare che l’Emilia voleva vi­vere. Vuole vivere.