« Quando dicevamo di non trivellare Rivara ci deridevano, poi è arrivato il terremoto… » Gian Carlo Muzzarelli non lo manda a dire al governo ciò che vuole l’Emilia Romagna. Semmai lo scrive. L’ultima lettera era per Clini. «Ho scritto al ministro dell’ambiente di comunicarci ufficialmente che il deposito di gas a Rivara, area ad alta sismicità, non si fa più. Diversamente, qualsiasi tribunale potrebbe riaprire la questione...» L’assessore alle attività produttive è il braccio destro di Errani, certi toni può permetterseli. Come quando si scaglia, con quell’accento da modenese della montagna, contro chi «chi vuol fare fuori le Regioni e imporre la politica energetica dei grandi players».
A sei mesi dal sisma, cosa chiedete a Monti?
Il Parlamento sta discutendo il decreto 174 e il nostro tessuto produttivo ha lanciato un grido d’allarme: bisogna allargare l’elenco di coloro che hanno diritto alla proroga delle scadenze fiscali, includendo anche chi, pur non avendo subito danni a immobili o impianti, ha visto compromesso il fatturato. Penso all’autotrasportatore che si è trovato senza clienti, perché le industrie danneggiate hanno dovuto chiudere.
L’Europa ci guarda…
Il governo deve rispettare gli impegni, ma anche rendersi conto che questa non è la terra dei furbi. Vogliamo tornare a produrre per il Paese il 'nostro' 2% del Pil. Si finanza con sei miliardi una moratoria e un rimborso senza interessi in due anni, coperto da un prestito della Cassa Depositi e Prestiti alle banche: chiediamo di rivedere termini e beneficiari.
Cosa pensa del sistema scelto per erogare il prestito?
Il marchingegno è complesso, ma evita problemi con l’Europa ed è lo stesso canale utilizzato dalla legge per la ricostruzione, che garantisce la trasparenza.
Chi ricostruirà l’Emilia terremotata?
Quella civile passerà attraverso i Comuni, quella economica attraverso la Regione. Gli enti pubblici controlleranno le domande, la cassa depositi e prestiti e le banche erogheranno i rimborsi direttamente alle imprese che faranno i lavori. Non ci sarà una 'filiera' esterna. La Regione si è attrezzata con i propri uffici e i Comuni hanno potuto assumere 160 tecnici a tempo determinato. In queste ore sta andando a regime la macchina che dovrà processare entro tre anni quarantamila domande: diecimila imprese danneggiate e trentamila abitazioni.
Quanto vale la ricostruzione?
Finora sono stati ipotizzati 12,2 miliardi, di cui nove disponibili, ma ricostruire il cratere 'vale' 13-14 miliardi di euro, perché questo è il valore dei tributi prodotti dall’economia di quest’area. Aggiungo che l’impegno del Commissario Errani e della Regione è totale. Abbiamo vinto la scommessa di riaprire le scuole. Ora stiamo lavorando a un piano con le Curie per utilizzare al meglio le risorse: se puntellare mi costa come riparare... Stanno uscendo nuovi bandi per finanziare le imprese che intendono adeguare i propri insediamenti alle nome antisismiche e i proprietari degli immobili danneggiati riceveranno incentivi per interventi di miglioramento energetico...
Come valuta le dichiarazioni del presidente dell’Antimafia Beppe Pisanu secondo il quale la malavita si è infiltrata nella ricostruzione.
Ci aspettiamo una reazione dello Stato, attraverso il Girer, anche in collaborazione con la Regione. Ma non accettiamo equivoci, questa non è terra di furbi né di ladri ed è per questa ragione che chiediamo con forza a Monti di farsi carico della tensione che sta montando nel mondo produttivo. Il governo prenda atto del patto di agosto: imprese e lavoratori si sono rimboccati, hanno spostato i macchinari dalle fabbriche danneggiate e nelle tensostrutture, sotto i teloni, lavorando a cinquanta gradi di calore per dimostrare che l’Emilia voleva vivere.
Vuole vivere.