Il verdetto. Caso Open, prosciolto Matteo Renzi: «Io massacrato, colpa di FdI e M5s»
Il senatore Matteo Renzi
«Dopo anni di sofferenza, arriva la notizia: prosciolto. Prosciolto io, prosciolti tutti i miei amici sia politici come Maria Elena e Luca sia professionisti come Marco, Riccardo, Alberto e tutti gli altri...». Con un messaggio sui canali social, il senatore Matteo Renzi saluta così la notizia del proprio proscioglimento nell’inchiesta sul cosiddetto caso Open. Una manciata di righe in cui l’ex premier dà sfogo alla propria amarezza per lo stato d’animo vissuto durante l’intera vicenda giudiziaria relativa alla fondazione Open, nata per sostenere le sue iniziative politiche quando era ancora segretario del Pd: «Ho quasi 50 anni. Gli ultimi cinque li ho vissuti da “appestato” per l’incredibile inchiesta Open - scrive Renzi -. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d’Italia e dai Cinque stelle». Con la consueta schiettezza, il leader di Italia viva fa nomi e cognomi di chi secondo lui lo aveva sbeffeggiato mentre era indagato: «In tanti dovrebbero scusarsi, Meloni e Travaglio in primis. Non lo faranno. Pace». Poi, in conferenza stampa al Senato, lancia altre frecciate («da Fdi e Meloni nemmeno un tweet di scuse») additando pure «la premier o la sorella Arianna come mandanti della norma ad personam» sul divieto ai parlamentari di ricevere compensi fuori dall’Ue. Al contempo, però, fa sapere che «se il governo farà ciò che ha detto di fare, ossia la separazione delle carriere di pm e giudice, io voterò a favore. Ma al momento il Guardasigilli Carlo Nordio è la più grande delusione dell’esecutivo». Oltre ai messaggi di solidarietà del centrosinistra (pur non esentando dalle sue critiche «la parte giustizialista del Pd»), Renzi incassa pure quello di Matteo Salvini, al quale però riserva un commento puntuto: «Nel processo Open Arms, se sarà condannato farà la vittima, è un’operazione spregiudicata».
A prosciogliere l’ex presidente del Consiglio è la stata la giudice per l’udienza preliminare di Firenze, Sara Farini, che ha sollevato da ogni accusa pure la parlamentare di Iv Maria Elena Boschi e gli altri 9 indagati, tra cui l'ex ministro Luca Lotti, l'imprenditore Marco Carrai e l'avvocato Alberto Bianchi. Nel merito, Renzi, Boschi e Carrai erano stati indagati per il reato di finanziamento illecito ai partiti. Ma ad altri, la procura fiorentina aveva contestato, a vario titolo, anche il traffico di influenze illecite, corruzione, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, che ieri il gup non ha ritenuto convincente, la fondazione Open (presieduta all’epoca dall’avvocato Bianchi e nel cui Cdda sedevano Carrai, Lotti e Boschi) avrebbe funzionato come una sorta di “articolazione” del Partito democratico, facendo da collettore di fondi per la corrente dem legata a Renzi. Sempre secondo la procura,fra il 2014 e il 2018 almeno 3,5 milioni sarebbero arrivati nelle casse dell’ente in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti.
Dal canto loro, Renzi e gli altri indagati hanno sempre contestato le accuse. E personalmente, l’ex premier ha dato vita negli ultimi anni a una schermaglia a colpi di denunce a carico dei pm dell'inchiesta. La sola udienza preliminare, che si era aperta il 3 aprile 2022 , si è protratta per oltre due anni, anche per via di un ricorso alla Corte costituzionale per conflitto tra poteri dello Stato.