Parità di genere. Dibattiti e convegni in radio e Tv? Solo se le donne sono metà
Donne per raccontare storie personali. Uomini a ragionar di economia e politica. Un copione vecchio e trito, che potrebbe (potrebbe!) avere i giorni contati. Ma occorre lo sforzo di tutti: per ogni dibattito, ogni panel, ogni discussione, è giusto e necessario avere un numero paritario di uomini e donne. Altrimenti non si fa.
Mai più convegni, dibattiti, trasmissioni radio-tv dove sono solo uomini a parlare, dunque. Ovvero, mai più una realtà rappresentata solo a metà. È l'impegno ufficiale siglato oggi con il Memorandum d'intesa No Women No Panel - Senza Donne Non Se Ne Parla, promosso dalla Rai e sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio, firmato in primis dalla presidente di Viale Mazzini, Marinella Soldi, e dalla ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti.
"Una democrazia non può essere definita tale - spiega la ministra - senza le storie delle donne del nostro Paese. Intanto, perché le donne hanno costruito il volto di chi oggi siamo, ma ancora di più perché le donne sono chiamate a costruire il progetto di futuro che vogliamo essere. Dire No Women No Panel significa fare lo sforzo di chiedersi qual è la donna più adatta e più competente per parlare di una certa tematica, accanto all'uomo più adatto e più competente. E la scoperta straordinaria è che le donne ci sono, non vanno inventate. Un processo di riconoscimento fondamentale - aggiunge - perché ogni talento femminile che rimane nascosto e inespresso non è solo un atto di ingiustizia nei confronti di una donna, ma penalizza la nostra società. No Women No Panel significa anche no development, niente sviluppo, per il Paese".
"I dati della Rai - illustra la presidente Soldi - negli ultimi rilevamenti del 2020, dicono che la presenza femminile nella nostra
programmazione è al 37%. Soprattutto, che è diverso il peso: le donne vengono principalmente chiamate a raccontare storie
personali. Meno delle loro competenze. Per essere un servizio pubblico rilevante, credibile, inclusivo e soprattutto sostenibile, abbiamo la responsabilità di proporre modelli femminili che vadano oltre gli stereotipi. Anche per far capire alle ragazze che possono aspirare a qualsiasi professione. Il Memorandum - aggiunge - prevede un impegno semplice: che in ogni dibattito e talk show ci sia un'equa rappresentanza di genere".
L'iniziativa, lanciata il 22 novembre in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, arriva dunque al termine della campagna di comunicazione 2020/2021 di Rai Radio1, che ha rilanciato il progetto nato nel 2018 in seno alla Commissione europea. Il documento è stato siglato, a nome delle proprie istituzioni, anche da Tiziano Treu, presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro; Antonio Parenti, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea; Michele Emiliano, vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; Michele De Pascale, presidente Unione delle Province Italiane; Maria Terranova, vicepresidente Associazione Nazionale Comuni Italiani; Antonella Polimeni, rettrice dell'Università Sapienza di Roma per la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane; Sveva Avveduto, dirigente di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche; Roberto Antonelli, presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei. "Le parti - si legge - si impegneranno nell'arco di tre anni a raggiungere le finalità dall'accordo attraverso un Coordinamento, presieduto dalla Rai, composto da un rappresentante per ciascun firmatario".