Il «piano strutturale» è saltato: il Consiglio comunale di Firenze, nella sua ultima seduta, non è riuscito a varare in via definitiva uno dei suoi atti più importanti. «Ho preso atto – ha spiegato il sindaco, Leonardo Domenici, incontrando i giornalisti – che non ci sono le condizioni politiche per approvarlo e che l’avvicinarsi delle elezioni condiziona il dibattito». La discussione del «piano» era già stata sospesa nei mesi precedenti a causa dell’inchiesta sull’urbanizzazione dell’area di Castello, ma lunedì scorso si è ufficializzata la spaccatura nella maggioranza di centrosinistra. Se l’atto fosse arrivato in aula i Verdi avrebbero votato contro, Ps e La Sinistra non avrebbero partecipato al voto e il Pd si sarebbe trovato a rischio sui numeri. Ogni decisione è stata rinviata al Consiglio che si insedierà dopo le elezioni del 7 giugno. I consiglieri fiorentini hanno però trovato il tempo di approvare una mozione sul «testamento biologico » priva di effetti pratici, ma dall’alto contenuto ideologico, e una ancora più strampalata proposta (approvata all’unanimità, quindi con i voti anche del centrodestra) di una «festa del neonato» che sembra voler istituire una sorta di «battesimo laico». La prima mozione riguarda l’'istituzione del registro telematico delle dichiarazioni anticipate dei trattamenti sanitari (testamento biologico)'. Di fatto, «un pasticcio irto di incongruenze e forzature, tutte ben ideologicamente orientate, quasi un corollario a un’altra recente forzatura, la cittadinanza onoraria concessa a Beppino Englaro». Così almeno lo definisce 'Toscana Oggi', il settimanale delle diocesi della regione, in un articolo che esce sul numero da domani in distribuzione. «In pochi attimi, con un’acrobatica rovesciata – si legge nell’articolo – il Consiglio scioglie il nodo che tiene impegnati i due rami del Parlamento, medici giuristi filosofi, insomma tutto il Paese: idratazione e alimentazione artificiali sono 'terapie'». Ma a rendere questa mozione un atto ideologico, privo di valore pratico, è soprattutto «la pretesa dell’Ente Comune della possibilità giuridica e amministrativa di farsi promotore di atti amministrativi volti a introdurre il riconoscimento formale del valore etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario», pretesa del tutto priva di fondamento e di effetti. L’espressione riconoscimento formale del valore etico è «tanto roboante quanto priva di senso logico-giuridico». Il settimanale cattolico commenta anche l’altra mozione, quella che porta la firma tra gli altri del consigliere socialista Alessandro Falciani, già primo firmatario della cittadinanza a Englaro, e che riguarda, come accennato, l’«istituzione della festa del neonato », che a «cadenza trimestrale o quadrimestrale o semestrale» dovrebbe «svolgersi – recita la mozione – presso le sedi quartierali ed essere presieduta dal presidente del Quartiere o da un suo delegato. Sarebbero invitati i neonati con i genitori e questa loro festa significherebbe il riconoscimento pubblico del neonato quale nuovo cittadino». Insomma, come detto, una sorta di «battesimo laico » officiato, anziché dal parroco, dal presidente del Quartiere: «Abbiamo il matrimonio civile, il funerale civile – scrive 'Toscana Oggi', ironizzando sulle motivazioni della delibera – ma la nascita civile no. Dunque inventiamola». Finora, il primo segnale che avvertiva i genitori «che le istituzioni si erano accorte del loro nuovo, piccolo cittadino, era l’arrivo per posta del codice fiscale». Con la Festa cambia tutto: ai neonati verrà spiegato che hanno dei diritti. «C’è da commuoversi – chiosa il settimanale –. Il Battesimo è un atto d’amore. Non vorremmo che, alla fine, la Festa rischiasse di essere un atto di dolore».