Attualità

CAMPANIA VIOLATA. Nella Terra dei fuochi cresce l’allarme tumori

Valeria Chianese sabato 8 settembre 2012
In Campania l’incidenza di alcune malattie – tra le più debilitanti e mortali nonché tra le più costose per il sistema sanitario regionale e nazionale – è più alta rispetto alla media nazionale, in particolare nelle province di Napoli e di Caserta. Là dove si bruciano rifiuti giorno e notte, in barba a ogni regola civile e ambientale. Sono dati preoccupanti (rilevati già da qualche anno da importanti studi scientifici anche internazionali) quelli confermati ieri dal primo Osservatorio regionale per la valutazione dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie nell’area dell’assistenza primaria, cioè sulla qualità dell’assistenza da parte dei medici di famiglia, realizzato dalla Società italiana di medicina generale (Simg) e dal Consorzio nazionale delle cooperative mediche (Cncm). L’Osservatorio, il primo del genere in Campania, è una “banca dati della salute”, una mappa dettagliata delle patologie a più larga diffusione per valutare – tra l’altro – la coerenza scientifica delle prestazioni sanitarie relative. In questo modo lo studio sull’operato dei medici, fino ad oggi basato principalmente sull’analisi della prescrizione, è integrato da un sistema di verifica basato sull’analisi della prestazione sanitaria. Dall’incontro è emerso che in Campania l’incidenza dei tumori è in crescita. L’incidenza del cancro alla prostata è del 15%, di quello al colon è dell’8%, del melanoma al 4%. Per il cancro dell’apparato respiratorio l’aumento si attesta sul 6%. Per questa particolare malattia «le cause principali – ha spiegato l’oncologa Grazia Arpino – sarebbero due: il maggior numero di donne fumatrici che si registra in Campania e il problema dell’inquinamento atmosferico che riguarda soprattutto le province di Napoli e Caserta». Inquinamento atmosferico che, notoriamente, è dovuto anche ed in gran parte agli incendi illegali di rifiuti industriali che disperdono nell’aria, e poi per ricaduta nel terreno, diversi tipi di diossine. La zona fra Napoli e Caserta, proprio per questo fenomeno, è ormai nota come “terra dei fuochi” o “triangolo della morte”, ed è qui che anche i medici di famiglia della Simg riscontrano la più alta percentuale di pazienti oncologici rispetto alle altre province campane: 15,45% a Caserta, 52,22% a Napoli. Da approfondire l’analisi sul dato di Salerno, che registra il 19,41% di pazienti oncologici. Più inquietanti i dati sul diabete. In Campania attualmente risiedono oltre 300mila diabetici, di cui circa un terzo non ancora diagnosticati o trattati. La mortalità per diabete mellito in Campania è percentualmente quella che più si discosta dalle medie nazionali raggiungendo +58% negli uomini e +89% nelle donne. «Il diabete – ha ribadito il dottor Umberto De Camillis – non è guaribile, ma è sicuramente curabile poiché attraverso una corretta terapia e un corretto stile di vita è possibile prevenire o ritardare le complicanze tanto temute». L’Osservatorio è costituito da un network ramificato nelle 5 province campane formato, allo stato, da circa 620 medici di famiglia che fanno confluire in un “data base” i dati sulla salute di oltre 760mila cittadini. I progetti di studio sono autorizzati e monitorati per ciascuna patologia da un Comitato scientifico composto da medici di medicina generale, da docenti e ricercatori dell’Università Federico II e da rappresentanti delle società scientifiche più prestigiose d’Italia.