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Naufragio. Il racconto del sopravvissuto: «Non ce l'ho fatta a salvarli, non dormo più»

Thomas Usan mercoledì 11 settembre 2024

«Sono rimasto aggrappato tre giorni a quella barca, in mezzo al mare con le onde che, a mano a mano, si portavano via i miei compagni di viaggio». Così racconta uno dei superstiti dell'ultimo naufragio avvenuto lo scorso mercoledì (4 settembre) nel Mar Mediterraneo. Una tragedia costata la vita a 21 persone, ufficialmente «dispersi», tra cui tre bambini. Pochi giorni fa la guardia costiera aveva recuperato vicino a Lampedusa sette corpi in stato di decomposizione. Il giovane, di nazionalità siriana, era stato soccorso assieme ad altre sei persone non lontano dalle coste di Lampedusa.

«Ho tentato di riprendere alcuni» compagni «ma non ci sono riuscito» spiega il ragazzo, «li ho visti affogare, uno dopo l'altro, davanti ai miei occhi». Dopo essere stato trasferito nell'hotspot di Lampedusa, il giovane per giorni non è riuscito a dormire. «Sono grato a chi mi ha soccorso, la mia speranza per il futuro non si è mai fermata. Ma l'immagine dei miei compagni scomparsi in mare continua a perseguitarmi» ha raccontato agli operatori della Croce Rossa che gestiscono la struttura di accoglienza.

Il ministro Piantedosi: «Primi due rimpatri con le procedure accelerate"

Nel frattempo sul tema immigrazione il ministro degli interni Matteo Piantedosi ha parlato delle nuove norme da poco entrate in vigore: «Rimpatriati i primi due stranieri grazie alle procedure accelerate alle frontiere. Un efficace strumento di contrasto all'immigrazione irregolare inserito, anche grazie all'Italia, nel nuovo Patto migrazione e asilo» scrive su X. A quanto si apprende gli immigrati in questione sarebbero due ragazzi sbarcati nei giorni scorsi, i quali erano ospitati nel Centro di trattenimento di Empedocle, in provincia di Agrigento.