Naufragio in Libia. Il volontario di Sea Watch: l'orrore delle persone annegate
Un momento della fase concitata dei soccorsi, Il bimbo senza vita viene portato a bordo nave
"La mamma di quel bambino è devastata, ora sta assieme alle altre donne, sue amiche. Viene dalla Nigeria. Sono state recuperate dall'acqua, molte di loro hanno anche bevuto. Hanno rischiato di annegare. La maggior parte del tempo la passano dormendo, quando sono sveglie piangono. Si scambiano poche parole, sono sfiancate dalle energie spese per sopravvivere, per non annegare". Gennaro Giudetti è l'operatore volontario a bordo della Sea Watch3, la nave Ong che lunedì pomeriggio ha partecipato al terribile salvataggio al largo delle coste libiche, dopo lo speronamento accidentale di un gommone da parte della Guardia costiera libica.
Almeno 5 morti quattro dei quali recuperati dalla nave, anche il cadavere di un bimbo di due anni e mezzo, morto annegato. Giudetti è alla seconda missione con Sea Watch: "È puro volontariato, sono un mediatore culturale. A giugno sono stato in nave per 15 giorni, ora sbarcherò il 17 novembre. Anche nella prima missione abbiamo purtroppo, tra i tanti migranti salvati, recuperato cadaveri ma mai così piccoli, e mai fino ad ora avevo assistito ad una violenza così, da parte della Guardia costiera libica". La Ong tedesca accusa la Guardia costiera libica per la tragedia. "Nel loro intervento che paghiamo noi italiani - incalza il volontario - ieri non c'era nessuna professionalità, nessuna etica, nemmeno nell'approccio che hanno fatto al gommone in difficoltà. Ho visto gente picchiata, ho visto persone morire, questa verità deve essere urlata".
Guidetti chiede di bloccare l’accordo con la Libia e auspica di incontrare il ministro Minniti per raccontargli personalmente quello che ha visto con i suoi occhi in mare. "Siamo noi i colpevoli di questo massacro".
Le autorità libiche, che hanno respinto le accuse, («È stato l’intervento non autorizzato della Ong a provocare le morti in mare» sostengono) spiegheranno quanto accaduto in una conferenza stampa a Tripoli.
Nel naufragio sono stati tratti in salvo 106 migranti e recuperati 5 corpi senza vita al largo delle coste libiche. I migranti, che si trovavano a bordo di un gommone semi affondato, conferma la Guardia costiera italiana, "sono stati soccorsi da una motovedetta della Guardia Costiera libica e da nave Sea Watch 3 della omonima Ong tedesca. La nave Sea Watch 3 ha tratto in salvo 59 dei naufraghi e recuperato il corpo senza vita di un bambino".
Oim: oltre 100 morti in 4 giorni
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni intanto aggiorna il macabro contatore di queste ultime e drammatiche giornate. Secondo il portavoce dell’Organizzazione, Joel Millman, sono stati almeno 100 i migranti morti nel Mediterraneo negli ultimi 4 giorni, comprese le 26 giovani nigeriane i cui corpi sono sbarcati a Salerno domenica scorsa. "Altri 34 corpi sono stati recuperati e almeno 50 persone mancano ancora all’appello", ha detto Millman in una conferenza stampa a Ginevra. "La maggior parte dei migranti salvati in questi giorni nelle acque che dividono Libia e Italia sono di nazionalità di paesi dell’Africa occidentale, ma ci sono anche bangladesi, eritrei, egiziani, sudanesi, marocchini, siriani e libici".