La priorità. Natalità, governo avanti tutta. Ma servono più soldi
«Priorità assoluta» della presidente del Consiglio, ostacolo a una riforma pensionistica sostenibile secondo il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti e sfida più importante dell'approvvigionamento energetico e delle migrazioni per il sottosegretario Alfredo Mantovano. Almeno a parole, la lotta all’inverno demografico italiano è la prima voce sulla to do list dell’esecutivo, ma finora gli interventi strutturali tanto attesi per il sostegno alla genitorialità non si sono ancora visti. La ministra competente, Eugenia Roccella, lo ha ribadito ieri nel suo intervento al Meeting di Rimini: «In Italia siamo quasi sostanzialmente all'anno zero sulle politiche per la natalità e la famiglia che, assieme alle pari opportunità, sono le questioni centrali». Ciononostante, è l'auspicio, il nostro Paese «può porsi all'avanguardia del cambiamento, con una inversione a U, con un cambio di rotta: possiamo, perché ora abbiamo per la prima volta un presidente del Consiglio che è donna ed è madre»
Allo stato, però, la realtà è ben diversa e anche il 2023 si avvia verso un nuovo record negativo dopo i 393mila nati del 2022, come ha avvertito l'ex presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo. Anche per questo l’esecutivo, dopo aver varato la maggiorazione dell'assegno unico e aver ridotto dal 22 al 5% l'Iva sui prodotti per la prima infanzia, è a caccia di risorse. Ma il vice di Giorgetti all'Economia, Maurizio Leo, frena gli entusiasmi e immagina per ora una platea piuttosto ristretta: «La priorità la vogliamo dare alle famiglie numerose» e visto che la coperta è corta e i nuclei con 3 figli non sono «molto rilevanti» (poco più di 900mila nel 2021, secondo i dati Istat, cioè il 3,4% delle famiglie), «penso si possano trovare risorse adeguate». Inoltre è allo studio una possibile riduzione dell'Ires per le aziende che assumono mamme.
Ognuno ha le sue idee, però, e la stessa Roccella, per esempio, punta invece su una legge di accompagnamento alla maternità e a facilitazioni per chi ha intenzione di fare un secondo figlio: «Per la gravidanza, il parto, l'allattamento si pagano dei prezzi specifici e allora servono delle tutele specifiche. Il nostro welfare - ha chiarito la ministra - è protettivo verso la maternità, ma va adeguato ai modi di vivere che non sono gli stessi di un tempo. Gli esperti dicono che per aumentare la natalità dobbiamo fare sì che le coppie che vogliono il secondo figlio possano averlo. Proporrò un pacchetto di facilitazioni nella prossima finanziaria per il secondo figlio».
Di quoziente familiare, invece, si parla ancora poco, nonostante le pressioni del Forum della Associazioni familiari, che ne chiede l'introduzione da anni. L'interesse dell'esecutivo c'è, ma almeno per ora, lo strumento non è «che un'ipotesi da valutare», come l'ha deifinita lo stesso Leo.