Natale solidale . A Cesara i soldi per le luminarie destinati alle donne afghane
Panorama natalizio a Cesara
Illuminano di più le iniziative di solidarietà che le luminarie natalizie. La pensano così a Cesara, piccolo comune piemontese sul lago d'Orta del Verbano-Cusio-Ossola, che dal 1989 destina i soldi che servirebbero per gli addobbi a progetti di solidarietà. In 34 Natali sono stati raccolti ben 182 mila euro per sostenere iniziative solidali.
Anche quest'anno il sindaco Giancarlo Ricca e il parroco don Renato Sacco, da anni impegnato in Pax Christi, hanno scritto a concittadini e parrocchiani di Cesara e delle frazioni di Colma, Grassona e Egro, chiedendo di sostenere chi soffre per la guerra e la povertà. I soldi raccolti stavolta andranno a sostegno di una cooperativa di 12 donne in Afghanistan che coltivano lo zafferano nella provincia di Herat. La colletta andrà anche a sostenere la scuola delle suore comboniane per i beduini dei 14 villaggi del deserto di Giuda, sulla strada da Gerusalemme a Gerico, in Cisgiordania. Senza dimenticare persone in difficoltà sul territorio locale. Nella colletta converge un contributo dell'amministrazione comunale, donazioni dei cittadini e i proventi della vendita a offerta libera di lumini da accendere sui davanzali e - negli ultimi anni - dei pacchetti di zafferano afghano. L'anno scorso sono stati raccolti oltre 13 mila euro, non poco per un paese di 600 abitanti
Vendita nella parrocchia di San Clemente dello zafferanno afgano - Sacco
«Carissime/i, si avvicina il Natale - scrivono il sindaco Ricca e don Sacco - in un tempo particolare: guerre, violenze… e anche le bollette luce e gas alle stelle. C’è bisogno di segni di speranza. Ecco perché ha ancora più valore la nostra iniziativa di non spendere soldi per le luminarie, ma di destinarli alla solidarietà». Soldi che alimentano «gesti di condivisione, di pace, di riduzione dei nostri consumi e sprechi e di maggiore attenzione a chi sta vivendo situazioni difficili. Non ci sono soldi per gli ospedali, la sanità, il lavoro, la scuola, la messa in sicurezza del territorio... ma per le armi sì. Come ha detto Papa Francesco lo scorso 29 novembre: “La guerra sempre è una sconfitta, tutti perdono. Tutti no, c’è un gruppo che guadagna tanto: i fabbricanti di armi, questi guadagnano bene sopra la morte degli altri”».
Un'iniziativa solidale che ha anche un significato pastorale: «Sì, vogliamo vivere un Natale vero - dice il parroco don Sacco - perché come ha detto papa Francesco nel 2016: "Siamo vicini al Natale: ci saranno luci, ci saranno feste, alberi luminosi, anche presepi... tutto truccato: il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Il mondo non ha compreso la strada della Pace”».
Cesara innevata - Sacco
In realtà anche a Cesara qualche luce natalizia si accenderà nella notte. «In un tempo così faticoso continuiamo a sentirci interpellati per fare scelte ‘illuminate’. Anche quest’anno - si legge nella lettera - vogliamo rafforzare la nostra iniziativa con un segno visibile: al termine della Messa di ogni domenica saranno disponibili lumini da accendere sui davanzali e balconi delle case, alle ore 19.00 di ogni festività del periodo di Avvento e di Natale. Vogliono essere il segno dell’impegno di ogni famiglia a tenere accesa la luce della speranza; verranno anche accesi davanti ai monumenti dei Caduti di tutte le guerre, passate e presenti. Con la speranza che questo nostro invito trovi accoglienza e diventi motivo di maggiore unione e collaborazione, iniziando da noi che viviamo nello stesso paese».
A scorrere il "libro contabile" della solidarietà natalizia di Cesara scorrono i drammi e le tragedie di questi ultimi decenni. Si comincia col sostegno all'Unicef e a un missionario in Burundi, poi nel 1995 e 1996 c'è la ricostruzione di Sarajevo, nel 1997 il terremoto in Umbria e la missione in Kenya di padre Alex Zanotelli, nel 1999 il Kosovo e gli ospedali di Emergency in Afghanistan, nel 2000 la cancellazione del debito dei paesi poveri e l'alluvione in Val d'Ossola, nel 2005 l'uragano in Centro America e il sisma in Pakistan, poi il Darfur, una scuola in Niger, nel 2011 le alluvioni a Messina e Genova, nel 2014 i profughi del Nord Iraq, nel 2016 le famiglie di Mosul in Irak e Aleppo in Siria, l'anno dopo la dottoressa Chiara Castellani nella Repubblica Democratica del Congo, quindi le vittime delle guerre in Yemen e Siria, e dal 2020 la cooperativa di donne afgane. L'anno scorso anche un generatore a Mykolaiv in Ucraina. Per accendere qualche luce e scaldarsi nel buio della guerra.
Colletta solidale per un Natale di pace - Sacco