Istat. Nascite ancora in calo: -4% in un anno
In Italia le culle sono sempre più vuote (foto Ansa)
Si fa sempre più rigido l'inverno demografico che, non da oggi, gela l'Italia delle culle vuote. Con 439.747 bambini nati, 18mila in meno rispetto all'anno precedente, il 2018 ha fatto segnare un nuovo record negativo, con quasi 140mila nascite in meno in dieci anni. Sono, ancora una volta, più che allarmanti, i dati del report dell'Istat su “Natalità e fecondità”, diffuso oggi, che certifica «il persistente calo della natalità». Un fenomeno che «si ripercuote soprattutto sui primi nati», ridotti a 204.883, in calo di 79mila unità rispetto al 2008. «Il numero medio di figli per donna scende ancora attestandosi a 1,29 - si legge nel Rapporto dell'Istat -. Nel 2010, anno di massimo relativo della fecondità, era 1,46. L’età media arriva a 32 anni, quella alla nascita del primo figlio raggiunge i 31,2 anni nel 2018, quasi un anno in più rispetto al 2010».
In aumento i nati fuori dal matrimonio
Rispetto al 2017, i natti iscritti all'Anagrafe sono calati del 4%. La diminuzione, osserva l'Istat, «è attribuibile prevalentemente alla diminuzione dei figli di genitori entrambi italiani (-15.771 unità, l’85,7% del calo dei nati registrato nell’ultimo anno)». Aumentano, invece, i figli nati fuori dal matrimonio, che raggiungono il 32,3% delle nascite. Un dato che si è moltiplicato in un ventennio: erano l'8,1% nel 1995 e il 19,6% nel 2008. Infine, sono 96.578, pari al 22% del totale, i nati con almeno un genitore straniero. I nati da genitori entrambi stranieri sono, invece, 65.444, pari al 14,9% del totale generale.
L’agenda da scrivere
«Il tema della natalità – prosegue De Palo – non è uno dei temi, è e dev’essere il tema centrale del Paese nel prossimo futuro, compresa la legge di Bilancio. Decenni di disinteresse per il tema-famiglia hanno creato l’attuale deserto culturale e di sostegni, con le giovani coppie che hanno capito di non avere futuro lavorativo e hanno messo da parte l’idea dei figli. Intanto, il 60% della spesa pubblica viene investita in pensioni e solo il 5,8% per la famiglia. Senza un patto per la natalità che unisca tutte le realtà del Paese - politica, imprese, banche, associazioni e mondo dei mass media - il destino dell’Italia è segnato».