Diritti . Nasce l'Osservatorio sul rispetto della libertà religiosa nel mondo
L'arcivescovo Paul Gallagher e, a destra, il ministro Angelino Alfano
Nasce "l'Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa". A presentarlo è il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, durante la conferenza internazionale organizzata in collaborazione con l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), alla presenza di monsignor Paul Gallagher, "ministro degli Esteri" del Vaticano.
L'Osservatorio monitorerà le condizioni delle minoranze religiose nel mondo per rafforzarne la tutela e formulerà proposte per attività di sensibilizzazione, in coordinamento con la rete diplomatica all'estero. A presiederlo sarà Salvatore Martinez, presidente della fondazione vaticana "Centro internazionale Famiglia di Nazareth". Gli altri membri saranno Alessandro Monteduro, direttore della onlus "Aiuto alla Chiesa che soffre", Riccardo Redaelli, professore di geopolitica e di storia e istituzioni dell'Asia della cattolica di Milano, il ministro plenipotenziario Fabrizio Petri e il consigliere Massimo Santoro. Occasione per presentare il neonato organismo è stata la conferenza «La tutela delle comunità religiose - Investire sui giovani quali protagonisti di una nuova stagione di incontro, dialogo e convivenza pacifica tra i popoli», organizzata oggi alla Farnesina.
L'incontro è stato promosso dal ministero degli Esteri e della cooperazione insieme all'Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale presieduto da Giampiero Massolo. Tra gli altri interventi, quello di Elisabetta Belloni, segretario generale del Maeci, del rabbino capo della Comunità ebraica Romana Riccardo Di Segni, del segretario generale di Coresi Comunità religiosa islamica IlhamAllah Chiara Ferrero.
«Gli atti barbarici di cui siamo vittime nel Medio Oriente - commenta monsignor Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli stati della Santa Sede - precedono l'Isis. I cristiani e le altre minoranze si sentivano già cittadini di serie B». La missione ora dev'essere quella di «difendere i diritti umani di tutti, indipendentemente dalla fede e provenienza». Per secoli i cristiani hanno convissuto fianco a fianco con altre fedi nelle regioni mediorientali. Il pluralismo religioso, in quelle aree, «non è qualcosa da importare o imporre, ma è una realtà da riconoscere». In Iraq, ad esempio, il problema non sarà tanto «ricostruire gli edifici, quanto ricreare le condizioni sociali, economiche e politiche per mettere di nuovo le fondamenta per una coesistenza pacifica». La presenza cristiana è «essenziale per il Medio Oriente, mosaico di diverse persone e religioni. Perché senza i cristiani e le altre fedi se ne perde l'identità».
«Il diritto alla preghiera - afferma Alfano, spiegando il senso dell'iniziativa - è un diritto naturale. Gli uomini pregano da ben prima che si formassero gli Stati». La libertà religiosa, ricorda, è recepita nelle nostre leggi. «Non si concede, ma si riconosce, perché precede la Costituzione stessa». Questo, spiega, «non è uno dei tanti incontri di approfondimento. Siamo convinti della centralità della libertà di religione nella politica estera». Per il ministro, solo difendendo la libertà di religione si afferma «lo Stato di diritto e si garantisce la sicurezza». Quando invece la libertà di preghiera viene a mancare, la «prima conseguenza è il moltiplicarsi nei conflitti». Invece «dobbiamo separare chi spara da chi prega, chi professa una fede da chi la prende in ostaggio». La difesa della libertà religiosa, ribadisce, è «centrale nella politica estera italiana, nel più ampio quadro della difesa dei diritti umani».
«Aiuto alla Chiesa che soffre - afferma Alessandro Monteduro, direttore di Acs - prenderà parte all'Osservatorio portando in dote 70 anni di storia in difesa dei perseguitati e l'esperienza derivata dalla realizzazione di uno dei pochissimi studi che documentano le violazioni subite da tutte le minoranze religiose: il Rapporto Acs sulla Libertà religiosa nel mondo». La Fondazione pontificia contribuirà inoltre con la propria presenza in loco, attraverso i project partners degli oltre 6000 interventi realizzati ogni anno in 150 Paesi. «La tutela delle minoranze religiose - continua il direttore Acs-Italia - non può prescindere dal rafforzamento di queste comunità laddove esse sono perseguitate. E oggi in tal senso parliamo soprattutto del Medio Oriente, dove Acs è tra le principali realtà impegnate con oltre 18 milioni donati in Siria dal 2011 e 30 in Iraq dal 2014».