Roma. Un parco per Peppe Valarioti, ucciso dalla 'ndrangheta
La cerimonia di martedì 11 giugno
Le vittime innocenti di mafia, in fondo, non muoiono mai, perché il ricordo del loro impegno e del loro spessore umano resta sempre vivo, anche a distanza di quasi mezzo secolo.
Era la notte tra il 10 e l'11 giugno del 1980 quando Giuseppe Valarioti, segretario e consigliere comunale del Partito comunista a Rosarno, in Calabria, venne ucciso a colpi di lupara da alcuni sicari della 'ndrangheta all'uscita di un locale in cui stava festeggiando la vittoria alle elezioni. Dopo 44 anni esatti, martedì 11 giugno, il Comune di Roma, su proposta dell'associazione antimafia daSud, ha deciso di intitolargli il parco di via Diego Fabbri, in zona San Basilio nella periferia a Nord-est della Capitale. Un modo per ricordare la figura di Giuseppe, per tutti Peppe, un esempio di lotta alla criminalità organizzata del quale si conosce e si parla forse troppo poco, in Calabria e nel resto d'Italia.
La cerimonia è avvenuta alla presenza di diversi rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni antimafia, ma anche di numerosi abitanti del quartiere, che sperano che il luogo possa diventare un punto di aggregazione per i giovani, un'area verde dove svolgere iniziative culturali e sociali. Tra i partecipanti l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Miguel Gotor; i consiglieri comunali Giammarco Palmieri e Nella Converti, che avevano presentato in Campidoglio la mozione per dedicare il parco a Valarioti; i familiari e l’allora fidanzata di Peppe, Carmela Ferro; e il fondatore dell’associazione daSud, Danilo Chirico.
La targa dedicata a Giuseppe Valarioti - Antonino Casadonte
«Peppe Valarioti è stato un esempio di antimafia sociale e politica ancora attuale per la modernità del suo pensiero e l’intitolazione del parco da parte di Roma Capitale è importante perché rappresenta un riconoscimento alla sua figura», ha dichiarato Chirico. Una figura spesso "nascosta", della quale ha fornito alcuni particolari chi probabilmente lo conosceva meglio degli altri, ovvero l'allora fidanzata di Valarioti, Carmela Ferro: «Finalmente la storia di Peppe è venuta fuori dalla Calabria. Si tratta di una persona ricca di valori, che credeva nei rapporti umani e nella politica e che può essere da esempio per i giovani, perché in quanto ex insegnante puntava molto sul loro futuro, sulla cultura e sul ruolo formativo della scuola», ha raccontato la signora ad Avvenire.
L'evento di via Fabbri, però, non deve restare un caso isolato: «Spero che le iniziative per ricordare Peppe si moltiplichino, nell'arco di 44 anni sono state troppo poche», ha detto Ferro. «La sua figura - ha aggiunto - può essere un punto di riferimento identitario anche per tanti calabresi, che oggi non sanno in chi riconoscersi. Lui è un esempio umano e politico positivo che dimostra che la Calabria non è solo 'ndrangheta». Infine, l'ex fidanzata di Valarioti ha lanciato un messaggio che riassume l'importanza dell'iniziativa: «Non è stata una cerimonia puramente simbolica. Ricordare è fondamentale, perché è grazie alla memoria che tutti noi ci appropriamo dei valori che persone come Peppe hanno rappresentato».