Alla Conferenza dei prefetti, prendendo la parola dopo il ministero dell'Interno, Roberto Maroni, Giorgio Napolitano ha ricordato che tredici anni fa fu nominato ministro dell'Interno e da allora non è più stato uomo di parte politica. "Consentitemi questo accenno personale: nell'assumere l'incarico di ministro dell'Interno - ha detto il presidente delle Repubblica, rispondendo anche se non esplicitamente alle parole di Berlusconi, che qualche giorno fa lo aveva accusato di essere un uomo di sinistra - ero determinato a svolgerlo come uomo ormai delle istituzioni e non di una parte politica. In quella veste ebbi ben presto chiaro che occorreva sgomberare il terreno dalla anacronistica suggestione dell'abolizione dei prefetti per impegnarsi invece a ridisegnarne le funzioni a sostegno della trasformazione dello Stato ormai avviata" in senso federalista e comunque con la ferma intenzione di restare uno Stato nazionale unitario."Auspico un clima costruttivo di dibattito e di ricerca sui temi della politica e dell'amministrazione degli affari interni": Giorgio Napolitano ha poi lanciato un nuovo appello al confronto sereno ed oggettivo partendo dal tema della sicurezza. Fra i temi da affrontare con questo approccio e caratterizzati "dalla delicatezza di aspetti spesso controversi dell'azione da condurre" il presidente della Repubblica ha elencato il contrasto all'immigrazione clandestina, la lotta contro la criminalità diffusa ed organizzata e anche le cosidette ronde che ha richiamato con l'espressione: "azioni per coinvolgere nei modi giusti, entro limiti chiari, i cittadini nell'impegno per la sicurezza comune".