TENSIONI SOTTERRANEE. Napolitano non ferma Monti «Lavorerò per la continuità»
«Mi serve tempo per elaborare una linea, per calibrare una strategia... Voglio ancora pensare », ripete il Professore che domani sarà a Rai3 ospite di Fabio Fazio. Lì potrà farlo. Potrà andare oltre il «non ho commenti » con cui ha liquidato i giornalisti nella conferenza stampa a chiusura del Consiglio Ue. Potrà mettere in fila certezze e timori. E magari rispondere al fronte che continua a considerarlo una risorsa decisiva per un nuovo governo di «ricostruzione».
Allo staff del premier non sfuggono le dichiarazioni di sostegno. In cima c’è quella di Andrea Riccardi (con Montezemolo ha appena dato vita a 'Verso la Terza Repubblica'). «Non ci siamo spenti per le parole di Napolitano e abbiamo intenzione di continuare», ripete il ministro della Cooperazione internazionale. È solo l’inizio. Pier Ferdinando Casini ricorda che la Lista per l’Italia è un «cantiere aperto» di politica e società civile con l’intento di «continuare il lavoro del presi- dente Monti», al quale «non c’è alternativa». Poi tocca alla fondazione Italia futura: «Quello che vogliamo costruire è un progetto per il Paese, non l’ennesimo partito politico fine a se stesso».
Napolitano non parla. Il capo dello Stato ha detto quello che doveva dire e l’ha fatto – annota il senatore Pd Giorgio Tonini – perchè «non vedrebbe bene la metamorfosi del premier da uomo di mediazione e sopra le parti a leader di una parte contro l’altra». C’è però ancora molto da capire. E sicuramente un punto su cui fare luce è la storia del pressing di Bersani sul Colle. Ci si interroga: è vero o no che il leader Pd teme che Monti possa davvero decidere di impegnarsi in prima persona per federare l’area moderata? Ed è vero o no che avrebbe chiesto a Napolitano di intervenire?
Nessuno si sbilancia, tutti si trincerano dietro comprensibili no comment. Ma intanto Franco Frattini, l’uomo che da sempre nel Pdl ha puntato su Monti, guarda avanti con immutata fiducia: «L’operazione non è tramontata, la determinazione di Monti c’era e ci sarà. Ma ora bisogna attendere: solo a Camere sciolte il premier potrà davvero sentirsi libero». Due progetti vedono Monti come possibile protagonista. Monti federatore dei moderati e guida di un governo alternativo al tandem Bersani-Vendola e Monti guida del fronte moderato in un patto di governo con quello progressista.
Due ruoli diversi, ma un’identica missione: la continuità. «Già perchè in Parlamento – spiega Tonini – le forze populiste e anti Europa sono sempre più decise e numerose. L’alternativa? Una grande coalizione filo-europea e Bersani dovrà capire». Su Monti sale il pressing. In Italia, ma anche dagli Stati Uniti e dalla Germania. Sia Obama sia la Merkel continuano a pensare (e a dire) che il Professore deve restare al timone. Monti non parla. E a notte fonda da Palazzo Chigi raccontano l’ultima tentazione: scendere in campo con una sua lista.