Attualità

Il pressing dell'Italia. Napolitano telefona ai marò

sabato 1 febbraio 2014
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scende in campo per sbloccare lo stallo del caso marò con un duro attacco alle autorità indiane per aver gestito la vicenda "in modo sconcertante". E dal capo dello Stato - che ha telefonato ai due fucilieri di Marina bloccati a New Delhi - arriva anche un nuovo sostegno al governo che lavora per internazionalizzare la crisi, con il premier Enrico Letta che rafforzerà il pressing sui partner europei e non solo. Lunedì è atteso il verdetto della Corte Suprema indiana sul ricorso italiano che chiede un rapido avvio del processo e senza la minaccia della pena di morte: quasi due anni dopo l'inizio della vicenda, un'attesa che per l'Italia è diventata assolutamente intollerabile, come certifica oggi la sua più alta autorità. Una nota del Quirinale, al termine di un incontro tra Napolitano e i parlamentari che hanno fatto visita ai due fucilieri di Marina a New Delhi, fa sapere che il capo dello Stato "ha condiviso l'impegno" del governo "a dare il massimo rilievo politico internazionale a una vicenda gestita finora dalle autorità indiane in modi contraddittori e sconcertanti". Una internazionalizzazione della crisi sui cui Napolitano si batterà in prima persona, intensificando i contatti con i capi di Stato amici. E per testimoniare la vicinanza delle istituzioni ai due marò, lo stesso presidente della Repubblica ha telefonato a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, assicurando che non saranno mai lasciati soli e che torneranno a casa "con onore", come ha riferito il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che era presente all'incontro. Palazzo Chigi fa sponda con il Quirinale. Anche Letta ha ricevuto la delegazione parlamentare di ritorno dall'India, manifestando grande apprezzamento per l'iniziativa, che conferma l'unitarietà d'intenti tra governo e forze politiche, ed ha assicurato che proseguiranno i contatti sul piano europeo e internazionale per sensibilizzare i partner dell'Italia su una questione che unisce tutto il Paese. L'irritazione italiana nei confronti delle autorità indiane è stata espressa ormai da tempo alla controparte, ed è stata messa nero su bianco in un ricorso presentato alla Corte Suprema in cui si invoca una rapida decisione del governo indiano sui capi d'imputazione e per scongiurare l'utilizzo della legge antipirateria, il 'Sua act', in cui è prevista la pena di morte. Sono bloccati da due anni e "dopo due anni ancora non c'e un capo d'accusa", ricorda il ministro della Difesa Mario Mauro,secondo cui ormai siamo di fronte ad un caso di "violazione dei diritti umani". Nel frattempo, il governo sta lanciando un'altra iniziativa pro-marò a cui potrebbero partecipare partner importanti come la Germania, rende noto Mauro, che della questione sta discutendo a Monaco con diversi colleghi di altri Paesi. In ogni caso, aggiunge, "è ora che i fucilieri della Marina tornino a casa" perché "sono innocenti e si comportano in modo esemplare".