Napoli. In marcia contro la violenza della camorra: le foto e i video
"Io non ci sto" è lo slogan e lo striscione della marcia con il suono dei tamburi per rispondere alle "stese" della camorra, alle raffiche di colpi di arma da fuoco con cui quasi ogni giorno gli abitanti del quartiere fanno i conti. Ieri mattina in corteo con scuole, parrocchie e associazioni nella periferia orientale di Napoli, a San Giovanni a Teduccio, con adulti, ragazzi, bambini, mamme, papà e nonni, insegnanti e parroci: migliaio tra bambini delle undici scuole di Napoli e rappresentanti della comunità dei fedeli delle parrocchie del territorio.
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La spinta della manifestazione è arrivata dopo la notte di San Silvestro, quando un ragazzo del quartiere era stato raggiunto da un proiettile vagante mentre ammirava i fuochi di Capodanno.
Padre Modesto Bravaccini, parroco della chiesa di San Giuseppe e Madonna di Lourdes, ha in mano un proiettile trovato vicino alla chiesa dove giocano i bambini: "Non è un intimidatorio perché non siamo stati oggetto di intimidazione, ma è come normalità: perché sparano spesso e i colpi cadono dappertutto. Noi ci mettiamo la faccia, speriamo però che le istituzioni raccolgano la nostra provocazione".
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Tutti in marcia pacifica e gioiosa – tappa davanti alla Apple Academy, isola nel deserto di una periferia abbandonata - gridando un ‘no’ forte e convinto alla camorra e alle brutale vicende della criminalità organizzata verificatesi nelle ultime settimane. Anche alla sparatoria in via Sorrento, dove sono stati rinvenuti diversi bossoli di pistola proprio a pochi passi dall’istituto scolastico ‘Vittorino da Feltre’. “La marcia – spiega il dirigente scolastico Valeria Pirone – intende sottolineare il rispetto della legge, il disprezzo per la violenza e i ripristino della convivenza civile”.
La periferia orientale – San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli – è da mesi vittima della faida tra i vari clan per il controllo del territorio e delle attività illecite. “Siamo stanchi e spaventati: non solo per strada ma anche in casa propria non si riesce a vivere tranquillamente e in sicurezza” dice una mamma.
Nel corteo c’era anche il presidio Libera Ponticelli con i famigliari di vittime innocenti e ai ragazzi del quartiere “per dire – annota Pasquale Leone – ora e sempre ‘no’ alle camorre e ‘sì’ all'impegno di ciascuno per il bene della comunità”.
Roberto Malfatti della cooperativa Sepofà sottolinea che “la marcia parte dalle scuole, dai più piccoli, dai ragazzi di San Giovanni a Teduccio. In un quartiere difficile come il nostro ripartire dai più giovani è un dovere”.
(Nella foto padre Modesto Bravaccini, parroco della chiesa di San Giuseppe e Madonna di Lourdes che ha partecipato alla Marcia "Io non ci sto" contro la stese di camorra: i cittadini scendono in strada per dire no alla criminalità)