Attualità

Napoli. Monito dell'arcivescovo: «Così stanno uccidendo la città»

Rosanna Borzillo mercoledì 13 ottobre 2021

Controlli delle forze dell’ordine a Ponticelli, quartiere di Napoli nella morsa della camorra

Dopo gli agguati mortali dei giorni scorsi, Battaglia rilancia il Patto educativo con il coinvolgimento della società civile e del Terzo settore. Il sindaco Manfredi: «Forte richiamo alle coscienze che merita risposte concrete» Napoli È un lungo grido di dolore contro tutti coloro che «stanno uccidendo Napoli », quello lanciato dall’arcivescovo Domenico Battaglia, all’indomani della scia di sangue che sta attraversando la città. Ma è soprattutto un invito alla conversione a chi nega il futuro ai giovani. Così Battaglia rivolto «agli uomini di camorra, ai corrotti e ai collusi con la criminalità» dice «ritornate ad essere umani! Convertitevi!». Sarà proprio l’arcivescovo ad accompagnare «i passi della conversione e la rinascita umana di coloro che ascolteranno la propria coscienza e la parola del Vangelo, deponendo le armi, e intraprendendo percorsi di collaborazione con la giustizia».

Negli ultimi giorni, due giovani vittime sono rimaste uccise in due agguati differenti nel quartiere di Ponticelli; mentre a Secondigliano, dove è avvenuto l’ultimo omicidio, c’è un quartiere in fermento per i sommovimenti nel mondo criminale che cerca di controllare il territorio. «La camorra e il malaffare stanno uccidendo Napoli con la violenza e la crudeltà di coloro che hanno dimenticato di essere umani», dice Battaglia nel suo appello. Ma poi incalza, «la sta uccidendo anche la scarsa attenzione della politica, nazionale e locale, che pare essersi abituata al sangue versato in terra partenopea, considerandola alla stregua di un paese in guerra». L’arcivescovo si era recato a Ponticelli già nello scorso mese di maggio e qui, durante la celebrazione con i sacerdoti del decanato e associazioni del territorio, aveva chiesto alla popolazione di rialzarsi e non cedere «alla rassegnazione e di trovare il coraggio di camminare insieme per la vita e per la dignità».

Domenico Battaglia - .

Ora l’appello di Battaglia diventa vibrante. «Sta uccidendo Napoli – dice – ciascuno di noi, nella misura in cui fa finta di niente e dimentica che il presente e il futuro dipendono dall’impegno di tutti, dalla capacità che avremo di passare da un freddo individualismo ad un senso rinnovato e caloroso di comunità, dal desiderio fattivo di trasformare tanti piccoli “io” impauriti e distratti nella forza di un grande “noi”, la cui carica profetica può essere segno e strumento di una possibile resurrezione della nostra terra». Non può che rivolgersi alle madri della città. Di quei quartieri difficili e complessi. A loro chiede di essere strumento di conversione per i figli. «Siate nuovamente grembo che genera vita – dice Battaglia – e non complici di percorsi di morte». Non possiamo «stare a guardare dalla finestra».

Perciò l’appello alle istituzioni, alla società civile, agli uomini e alle donne di buona volontà, alla stessa Chiesa partenopea. «Vi chiedo oggi più che mai di camminare insieme, lavorando uniti per restituire Napoli alla sua vocazione di città di pace, accoglienza, solidarietà». Per questo l’arcivescovo ha convocato per oggi i diversi esponenti della società civile, del Terzo settore e del mondo ecclesiale. L’obiettivo è «concretizzare al più presto il Patto educativo per la Città, partendo dai più piccoli e dalle loro famiglie». La questione educativa sarà dunque la priorità della Chiesa partenopea perché si punterà sulla prevenzione, unica possibilità per poter continuare a scommettere sulle nuove generazioni. Domani, poi, Battaglia sarà nuovamente a Ponticelli. Questa volta con una rappresentanza di giovani.

Con i giovani per i giovani. «I ragazzi e i giovani di Napoli non possono essere destinatari passivi di un cambiamento ma devono divenirne i protagonisti». Così in uno dei quartieri più feriti dall’escalation camorristica saranno proprio i ragazzi ad incontrare i loro coetanei per «un momento di reciproco ascolto, confronto, condivisione». La prima reazione istituzionale arriva dal neo sindaco Gaetano Manfredi. «L’appello di monsignor Battaglia contiene un forte richiamo alle coscienze che merita risposte concrete in primis dalle istituzioni – dice il sindaco –. Se da una parte metteremo in campo misure necessarie a garantire maggiore sicurezza e legalità, dall’altra abbiamo sin da subito promosso un patto educativo che veda coinvolti tutti i soggetti impegnati sul territorio in un’opera di prevenzione sociale e formazione delle nuove generazioni. In questo percorso, l’azione della Chiesa sarà fondamentale».