L’inferno della Campania brucia la spazzatura e le vite. Bambini e donne sono le vittime più fragili. E nell’inferno totale c’è un altro inferno chiuso in un piccolo perimetro tra Napoli e Caserta che si può identificare – seppure con confini incerti, come la natura delle sostanze sversate e bruciate – con l’Agro aversano al cui interno i piccoli centri di Casal di Principe e di Casapesenna concentrano disagi e malattie. Qui la presenza di casi di bambini autistici è superiore del 30% rispetto al dato nazionale: uno ogni 120 nati a confronto dell’uno ogni 170 nazionale. In alcuni bambini si è rilevata un’alta percentuale di mercurio: resta incerta la relazione con la patologia nonostante i dati di un recente studio consideri l’intossicazione da mercurio, a prescindere dalle modalità di assorbimento, come causa o concausa di una varietà di patologie cerebrali tra cui l’autismo. Nella stessa area geografica si registra l’aumento di aborti spontanei e delle nascite di bambini affetti da leucemia: un esperimento svolto da ricercatori della Federico II è indicativo. Alcuni embrioni di riccio di mare sono stati immersi in liquido amniotico di donne in sala parto provenienti dall’area nord di Napoli, altri in acqua di mare purissima: i primi hanno sviluppato malformazioni, spesso incompatibili con la vita. Spiega il genetista Antonio Giordano: «All’interno degli inquinanti, in particolar modo derivanti dalla combustione di rifiuti di vario genere, ci sono mutageni che si intercalano nelle basi del Dna, che comincia a fornire informazioni sbagliate, causando degenerazione cellulare e quindi cancro. Tra le cellule maggiormente soggette all’azione dei mutageni troviamo quelle del midollo osseo e gli spermatozoi». Dati che però non hanno riscontri ufficiali perché la ricerca capillare epidemiologica o di altro genere non esiste. Sono medici indipendenti, ricercatori appassionati, sparsi nella regione, che annotano caso per caso, nell’impossibilità di confrontarsi con l’ufficialità. Un silenzio istituzionale che offende e che uccide. «Insieme alla spazzatura si sotterrano anche le malattie» commenta amara Anita D’Aniello, psicoterapeuta, volontaria dell’associazione La Forza del Silenzio, una onlus che segue i bambini autistici. La sede è a Casal di Principe, nella villa extralusso confiscata al boss dei casalesi Francesco Sandokan Schiavone. L’associazione è un impegno di Enzo Abate e della moglie: i loro primogeniti, i gemellini Maurizio e Gennaro, oggi quindicenni, sono autistici. Il centro di Casal di Principe accoglie 120 autistici da tutta Italia: 70 provengono dalla Campania, di cui 50 da Napoli e Caserta. Una concentrazione di patologie, dalle allergie ai tumori, in costante aumento in una zona drammaticamente nota alla cronaca nera come patria e quartier generale della camorra casalese, associata a inquinamento ambientale dovuto a sostanze tossiche e a metalli pesanti da rifiuti industriali smaltiti illegalmente. È abitudine consolidata della camorra riempire le cave con rifiuti pericolosi e ricoprirle di terra per ricavarne suolo edificabile. I roghi tossici sono almeno visibili, sconosciute sono invece le conseguenze della continua esposizione a sostanze nocive per contatto indiretto. La Campania è stata contaminata per decenni con i più vari elementi chimici, i cui effetti diretti, combinati, non sono ancora del tutto noti alla comunità scientifica. Il numero di tumori mammari, per esempio, è in aumento nelle donne tra i 25 e i 39 anni e tra i 40 e i 44 anni, cioè in età pre-screening. «I fattori di rischio accertati per il cancro al seno, come la predisposizione genetica o la familiarità, possono essere chiamati in causa solo nella metà dei casi oggi diagnosticati - chiosa Massimo Di Maio, responsabile di Patologia Mammaria Asl Napoli1. - Il restante 50% può essere ricondotto a fattori ambientali».