Napoli. Una coperta gialla per l'Immacolata, come una mamma migrante
La statua dell'Immacolata con la coperta gialla dei migranti
La statua dell’Immacolata con una coperta isotermica: l’idea è del parroco di Cercola (comune alle falde del Vesuvio), don Vincenzo Lionetti che, nel giorno dedicato alla titolare della parrocchia “Immacolata Concezione”, vuole lanciare un messaggio alla comunità. «Mi è venuta in mente una mamma salvata dalle acque con in braccio un bambino, entrambi spaventati e tramortiti. Coloro che li hanno soccorsi hanno messo sulle loro spalle una semplice coperta isotermica per ripararli dal freddo», ha spiegato don Vincenzo alla comunità, riunita ieri sera per l’adorazione eucaristica. Ed ha aggiunto: «Quella coperta è sulle spalle di Maria, pronta a vivere il disagio e il pericolo. Nel cuore di Maria troviamo accoglienza. Maria ci insegni la capacità di accogliere. Natale è la festa dell’accoglienza. Impariamo da lei come accogliere chi non vuole nessuno».
«Una coperta isotermica costa meno di due euro – ha aggiunto ancora il sacerdote– e noi spesso neghiamo anche questo ai nostri fratelli che arrivano dai paesi più lontani: per loro può significare la vita, noi non riusciamo a rinunciare al superfluo». Don Vincenzo ha sottolineato ai fedeli, che guida come parroco da 14 anni, oltre ad essere responsabile del Servizio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi di Napoli, che «Maria è colei che per prima è stata vittima dei pregiudizi, che ha rinunciato alle sue sicurezze, che non ha trovato accoglienza, che ha viaggiato, che ha conosciuto il rifiuto di tanti: spero che questo possa servirci a riflettere. Ad aprire cuori e porte».
Perciò, accanto alla statua della Madonna, la frase di Norman Norman Blann Rice, primo sindaco di Seattle, afroamericano, eletto in carica per due mandati (dal 1990 al 1997): «abbiate il coraggio di posare la vostra mano nel buio per portare un’altra mano nella luce».
La statua della Madonna sarà l’unico simbolo scelto per questo Natale: sarà esposta fino al 6 gennaio. «In questi tempi le nostre chiese si trasformano in bomboniere, con decorazioni scintillanti, noi abbiamo scelto di riflettere. In sobrietà».