Attualità

Piccole realtà di eccellenza. Prato, se il tessuto diventa Museo

Rosanna Vacalebre giovedì 6 febbraio 2014
Sembrava di essere a Milano nella settimana della moda, molti giornalisti del settore non hanno voluto rinunciare a un evento che riporta alla memoria una delle glorie del nostro made in Italy, parliamo di Gianfranco Ferré, indimenticato «architetto della moda», scomparso nel 2007, cui il Museo del tessuto di Prato dedica una mostra, che farà da apripista a tutta una serie di tributi che seguiranno nel corso di quest’anno, alla Triennale di Milano. Nella carenza sempre lamentata dei musei d’impresa quello di Prato colma una lacuna e si propone come istituzione culturale che recupera la memoria produttiva locale e supporta la formazione nel settore del progetto tessile. Nato nel 1975, dopo una collocazione temporanea nei locali del Palazzo Comunale (1997-2002), nel maggio 2003 il Museo ha trovato la sua sede definitiva nei locali restaurati della Ex Cimatoria Campolmi, fabbrica simbolo della vicenda produttiva tessile dell’area. Il percorso espositivo si snoda in quasi 3.000 mq recuperati attraverso 6 aree tematiche che dal Locale Caldaia, cuore della vecchia Fabbrica Campolmi conducono, attraverso le varie sale, alla scoperta delle collezioni permanenti: la sala dei Tessuti antichi, l’area Materiali e Processi, Prato Città Tessile (XII secolo-1950), Prato e il Sistema Moda (1960-2000). Completano il percorso di visita due grandi sale destinate alle importanti esposizioni temporanee che dal 2003 si susseguono con cadenza biennale approfondendo tematiche d’eccellenza nell’ambito tanto del settore tessile contemporaneo quanto in quello della moda e del design di settore. L’orgoglio del Museo del Tessuto è rappresentato dalle collezioni storiche di tessuti del XIV-XIX secolo donate dall’imprenditore collezionista Loriano Bertini. La struttura è una vera «miniera» per documentare l’arte del tessuto dall'era paleocristiana ai nostri giorni nelle varie tecniche di esecuzione, per un totale di circa 6000 reperti. Le donazioni di molte aziende del distretto tessile e del Consorzio di promozione dell'Unione Industriale Pratese (Pratotrade) hanno permesso la costituzione di una sezione contemporanea. Il Museo coordina nell’ambito della rete Acte (Associazione città tessili europee, www.acte.net) una piattaforma di collaborazione tra musei tessili italiani ed europei (Prato, Como, Schio in Italia, Terrassa in Spagna, Roubaix in Francia, Guimaraes in Portogallo, Lodz in Polonia ecc.). Nel 2011 il Museo del Tessuto è stato inserito nella tabella delle istituzioni culturali sostenute dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali. Ora la mostra di Ferré ha dato al Museo quella visibilità internazionale che la città di Prato, grande distretto produttivo del tessile, protagonista mondiale del prêta-porter, grazie ai confezionisti per grandi retailer e marchi industriali, con 6.495 imprese e 34.746 addetti, dove nel dicembre scorso si è consumata la tragedia dei lavoratori cinesi, una comunità di 45.000 persone, la seconda in Europa dopo Parigi, conseguenza delle condizioni disumane in cui erano costretti a operare. Spiega il direttore Andrea Cavicchi: «Un ringraziamento sincero va alla Fondazione Ferrè anche per averci dato libero accesso ai suoi preziosissimi archivi, permettendoci così di leggere il lavoro di un genio della moda attraverso le sue carte, i meravigliosi bozzetti, le fotografie e i video. La mostra, esprime valori importanti: genio creativo, cultura di progetto, saper fare artigianale e manifatturiero, innovazione dei materiali e delle forme, componenti di quella unica e straordinaria esperienza culturale e produttiva contemporanea che chiamiamo Made in Italy».