Una funzione fondamentale che non deve «diradarsi proprio ora». Riprendendo un passaggio di una prolusione all’assemblea generale dei vescovi del 2011 del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il leader del Movimento per la Vita, Carlo Casini, indica la strada all’assemblea nazionale della organizzazione iniziata ieri e che si conclude oggi a Terrasini in provincia di Palermo. «Se nella cultura italiana l’opzione abortiva non è diventata un "normale" dato di fatto – disse l’arcivescovo di Genova –, molto si deve all’iniziativa di questo volontariato e dei media che l’hanno costantemente assecondato». Tre sono le ragioni del valore di questo servizio realizzato dal Mpv, ha spiegato Casini: la fedeltà alla antropologia cristiana, la capacità di essere punto di riferimento unitario per la sensibilità a favore della vita nella società religiosa e civile, la intelligenza operativa nel tradurre questi valori in iniziative e proposte concrete. Il parlamentare europeo ha ricostruito la lunga storia iniziata nel 1975 dal Centro di aiuto alla vita, «espressione di una intera comunità che accoglie», e continuata contrastando la legge 194, come «punto di riferimento unitario e credibile». Infatti, la frammentazione delle organizzazioni pro vita di altri Paesi ne ha determinato la fragilità, «ma fortunatamente negli anni più recenti sempre più cresce il moto di coordinamento». Il Movimento si è poi impegnato per affermare «la centralità politica del diritto alla vita». Per difendere più largamente la vita, ha osservato il presidente, «bisogna incidere nella cultura e nelle leggi e per far questo bisogna essere forti e perciò organizzati». In questa ottica «i centri di aiuto alla vita (Cav) senza il Movimento non sono una novità all’altezza delle aggressioni attuali contro la vita e il Movimento senza i Cav perde credibilità e la sua incidenza culturale diviene debole».Nel presentare il
Life day del 20 maggio che si terrà a Roma, in Vaticano, nell’aula Paolo VI, con l’intento di parlare al cuore di tutto il Vecchio continente, anche con il concorso scolastico europeo, Casini ha sottolineato «il segno dell’unità» che lo deve caratterizzare. Se l’obiettivo è riconoscere il nascituro come "uno di noi", ha rimarcato, «il metodo che dovrà essere visibile è "insieme per la vita"». A questo proposito il leader di Mpv si è detto dispiaciuto che «le persone e gli ambienti che negli ultimi anni hanno diffuso pubbliche ingiuste accuse contro il Movimento» accusandolo di «omologazione alla cultura dominante», abbiano promosso a Roma per il 13 maggio quella che gli organizzatori hanno qualificato "la seconda marcia nazionale per la vita", con l’intento, secondo Casini, di «oscurare il Mpv». «Noi non diremo certamente che una iniziativa che proclama il valore della vita sia un fatto negativo – ha aggiunto –. Diciamo soltanto che in una visione strategica che voglia davvero cambiare la cultura dominante la manifestazione del 20 maggio è più importante. Noi non invitiamo a non partecipare alla marcia. Diciamo soltanto a chi andrà il 13, "vieni anche il 20"».«Abbiamo da sempre contatti con i parlamentari – ha puntualizzato il leader di Mpv – che ora hanno costituito un gruppo trasversale pro-life, li abbiamo ringraziati e dovranno essere coltivati i rapporti perché le nostre proposte sulla capacità giuridica del concepito e sulla riforma dei consultori non vogliono essere parole di declamazione propagandistica, ma linee concrete che devono essere discusse e approvate». In questo quadro ha sollecitato l’approvazione della legge sul fine vita. Nel ricordare le parole di Giovanni Paolo II – «non abbiate paura» –, Casini ha concluso con il messaggio che viene dato alle mamme che si rivolgono ai Cav: «Insieme ce la faremo».