Milano. Movida selvaggia, arriva la stretta su locali e dehors
Milano: movida in via Lecco
Con l’estate ormai alle porte, il Comune di Milano ha stilato un decalogo contro la “mala movida”: una nuova delibera, approvata ieri, comprende una serie di strumenti tra cui un nuovo regolamento - che dovrà passare al vaglio del consiglio comunale - con cui si potranno contingentare e limitare le nuove aperture di locali nelle varie zone, classificate, a seconda del numero dei locali, in rosse, cioè considerate già a rischio e quindi sature, o gialle, ovvero con la possibilità di aprirne di nuovi. A spiegarlo ieri, nella conferenza stampa dopo la giunta, i tre assessori coinvolti, ovvero Alessia Cappello (Sviluppo economico), Marco Granelli (Sicurezza) e Martina Riva (Politiche giovanili).
L’esigenza di limitare la movida più selvaggia nasce dal fatto che negli ultimi anni in città si sono moltiplicati i luoghi di divertimento all’aperto fino ad arrivare a quindici “distretti” della movida: a quelli già noti come Navigli, Darsena, corso Garibaldi/corso Como e Arco della Pace, se ne sono aggiunti di nuovi come Porta Venezia e NoLo (“North of Loreto”). Ma soprattutto, negli ultimi vent’anni in città gli esercizi pubblici sono cresciuti del 58%, sono quasi 10mila in più, con le proteste di diversi comitati cittadini che da anni presentano esposti, se non denunce, contro schiamazzi e musiche a tutto volume. Per arrivare poi alla recente sentenza della Cassazione che ha imposto al Comune di Brescia di risarcire i cittadini per la movida chiassosa, e quindi Milano ha deciso di intervenire.
Una mappatura della città con le zone più critiche è stata già fatta, ha spiegato Cappello: «quello che dobbiamo affinare sono le specifiche caratteristiche dei quartieri, perché le zone della movida non sono tutte uguali»; un conto sono infatti i Navigli, una zona ormai storica per il divertimento notturno che comprende un’area molto vasta che va dalla Darsena ai due Navigli Grande e Pavese, un conto corso Garibaldi o Porta Venezia dove il problema riguarda alcune specifiche strade.
«Dove ci sarà un indice di criticità potremo introdurre delle regole per contingentare nuove aperture – ha spiegato Granelli –. Potremo mettere un blocco delle nuove autorizzazioni o un contingentamento delle nuove». «La movida nella sua accezione più positiva, è un elemento di attrazione e lavoro – ha aggiunto Cappello –. Il Comune deve contemperare però interessi diversi e trovare un equilibrio nel rispetto sia delle attività commerciali sia del diritto alla salute e alla quiete pubblica».
Il regolamento sarà in vigore dalla prossima estate e nei prossimi mesi arriverà in consiglio comunale, probabilmente in autunno, anche dopo un confronto con commercianti e comitati di quartiere. Saranno subito valide invece altre restrizioni come i limiti di orario per i dehors e gli spazi esterni dei locali dove sarà necessario. Le ordinanze che vietano la vendita di bevande in vetro, «che di solito hanno una durata di 30 giorni, potranno diventare strutturali ed essere applicate anche per diversi mesi nelle zone più problematiche», ha aggiunto Granelli.
Un altro luogo critico, non legato in questo caso alla movida ma alla sicurezza è piazza Duca d’Aosta di fronte alla Stazione Centrale, spesso teatro di aggressioni e rapine. Qui il Comune punta a trovare sponsor per creare un palinsesto di eventi che possa durare tutto l’anno, per rivitalizzare l’area e strapparla al degrado, come ha spiegato Riva. Il bando sarà pubblicato entro un paio di settimane: «con un avviso di sponsorizzazione vogliamo provare a ridare dignità a quella piazza che è il biglietto da visita della nostra città». Da parte sua l’amministrazione «cercherà di fare la massima parte possibile, applicheremo coefficiente zero per l’occupazione del suolo alle attività che riguarderanno enti del terzo settore, fondazioni e associazioni. Applicheremo invece coefficiente 0,50 per tutte le attività promozionali e commerciali».