Roma. Il diritto di esistere: i volti e le storie di 19 donne in fuga dall'Afghanistan
19 ritratti intensi e colorati di bellissime ragazze e donne afghane fuggite dal loro Paese dopo l'arrivo dei taleban nell'estate 2021 e ora rifugiate in Italia: è la mostra fotografica "Faghan. Figlie dell'Afghanistan", che si apre venerdì 18 ottobre alle 18.30 a Roma, presso Officine Fotografiche.
I ritratti sono realizzati dalla fotografa Simona Ghizzoni. In mostra c'è anche un documentario inedito di Emanuela Zuccalà che racconta le loro storie.
La mostra, aperta fino al 16 novembre, fa parte del progetto “I nostri diritti: dalla negazione all'acquisizione dei diritti per le donne afghane", realizzato da Nove Caring Humans e Zona. Le 19 protagoniste hanno partecipato a una serie di workshop di ascolto e confronto organizzati da Nove sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, per sottolinearne l’importanza attraverso le voci e i volti di chi se li è visti negare, e parallelamente sono state coinvolte da Zona come protagoniste di un set fotografico e del documentario.
L’intero percorso è stato finanziato da ActionAid International Italia E.T.S. e dalla Fondazione Realizza il Cambiamento nell'ambito del progetto The Care – Civil Actors for Rights and Empowerment, cofinanziato dall'Unione Europea. La mostra è a cura di Giulia Tornari.
Simona Ghizzoni / Ufficio stampa
Il 15 agosto 2021 i talebani riconquistano l’Afghanistan dopo vent’anni di presenza militare occidentale, instaurando di nuovo una dittatura di stampo religioso. Il Paese sprofonda in un caos di violenze, povertà estrema, violazioni dei diritti umani. I talebani sanciscono un’apartheid di genere che segrega le donne tra le mura domestiche, vietando loro di studiare oltre la scuola primaria, lavorare fuori casa, frequentare palestre, parchi, saloni di bellezza. In pubblico, alle donne è proibito mostrare il volto, e persino far sentire la propria voce.
Per le afghane, l’unica scelta è tra la morte sociale e la fuga all’estero
Le 19 donne protagoniste della mostra “Faghan. Figlie dell’Afghanistan” sono riuscite a scappare e oggi vivono in Italia da rifugiate. Le loro storie ci restituiscono esistenze ricche di progetti, prima che i talebani tornassero al potere: studentesse universitarie, operatrici umanitarie, guide turistiche, campionesse sportive, attiviste per i diritti delle donne… Fino alla fuga, nei giorni convulsi del 2021 in cui guardavano i loro sogni sgretolarsi, forzate ad abbandonare una terra che, nonostante tutto, amano con profonda nostalgia.
Simona Ghizzoni / Ufficio stampa
In lingua dari, “faghan” significa un gemito, un pianto di dolore. La parola è tratta da un verso di Figlia dell'Afghanistan della poetessa Nadia Anjuman (1980-2005), picchiata a morte dal marito che non tollerava la sua indipendenza di donna e di intellettuale affermata.
Nel fotografare queste donne, Simona Ghizzoni ha immaginato di restituire loro la possibilità, per anni esclusivamente maschile, di entrare in uno studio fotografico per il puro piacere di farsi ritrarre. Le donne si sono truccate, vestite e pettinate in autonomia, come solevano fare prima della censura talebana, per offrire all’obiettivo la loro rappresentazione più autentica.
Ad accompagnare le fotografie, un cortometraggio con la regia di Emanuela Zuccalà che, con interviste e video esclusivi della presa di Kabul nel 2021, approfondisce le storie di cinque di loro. Questo il link per visionare il trailer del filmato: https://vimeo.com/1009835373 .
L’ingresso alla mostra è gratuito.
OFFICINE FOTOGRAFICHE
Via Giuseppe libetta 1, Roma
19 ottobre – 16 novembre 2024
Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.30; il sabato dalle ore 10 alle 13.
https://roma.officinefotografiche.org