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Valanga in Piemonte. Morto lo scialpinista Cala Cimenti

Paolo Ferrario lunedì 8 febbraio 2021

Un combo dello scialpinista Carlalberto "Cala" Cimenti tratto dal suo profilo facebook

L'ultimo post su Facebook lo ritrae sorridente sulle montagne di casa, dove oggi ha trovato la morte. Una valanga nella zona del Sestriere, in alta Val di Susa, ha ucciso lo scialpinista Carlo Alberto “Cala” Cimenti, tra i più forti interpreti italiani della disciplina. Con lui ha trovato la morte anche il compagno di escursione Patrick Negro, 49 anni. I corpi delle due vittime, entrambe di Pragelato, nel Torinese, sono stati recuperati dal Soccorso alpino piemontese sotto oltre due metri di neve, alla base di una valanga scesa a valle per duecento metri lungo un canale. I due alpinisti indossavano l'Artva, l'apparecchio per la ricerca in valanga, il cui segnale, rilanciato in superficie, ha permesso il loro ritrovamento. «Dopo un impegnativo lavoro di scavo, le salme sono state disseppellite e caricate sul toboga per il trasporto a valle a cui ha partecipato una squadra di tecnici sopraggiunti a piedi con gli sci e le pelli di foca», si legge in un comunicato del Soccorso alpino.

Soccorso ad alta quota

Alpinista esperto, Cala Cimenti, che domenica avrebbe compiuto 46 anni, aveva salito anche cime di Ottomila metri. Nel 2017 aveva raggiunto la cima del Daulaghiri (8.156 metri), scendendo al campo base con gli sci e nel 2019 era arrivato in vetta al Nanga Parbat (8.126 metri). Nello stesso anno, Cimenti si è reso protagonista di un'operazione di salvataggio estrema sul Daulaghiri VII (7.246 metri), salito per una via nuova con l'amico medico Francesco Cassardo. In discesa, con gli sci, Cassardo è precipitato per 450 metri, riportando gravi ferite e traumi. È riuscito a salvarsi, nonostante i congelamenti, perché Cimenti, per tutta la notte e il giorno successivo, gli è rimasto accanto, fino a quando non sono arrivati i soccorritori. Esperienza raccontata da Cimenti nel libro “Sdraiato in cima al mondo”. Per quell'impresa, l'alpinista piemontese è stato premiato, nel 2020, con il Piolets d'Or, massimo riconoscimento alpinistico mondiale. È stato l'unico italiano ad aggiudicarsi lo “Snow Leopard”, il riconoscimento dato a chi raggiunge le cinque vette di settemila metri che si trovano nell'ex Unione Sovietica.