La sua storia aveva commosso tutta l'Italia, ma purtroppo non ha avuto un lieto fine. Del resto già la nascita della piccola Maria Liliana era stata una felicità a metà, perché era coincisa con la morte della mamma, ferita gravemente in una sparatoria e tenuta in vita artificialmente affinché potesse portare avanti la gravidanza. Ora Maria Liliana l'ha raggiunta, ad appena 14 mesi di età: è morta lunedì 16 febbraio all'ospedale Santobono di Napoli, in seguito a una grave crisi respiratoria.
Non è un momento felice per la sanità meridionale: allo stesso Santobono qualche giorno fa è morta Rosa, 8 mesi appena. Anche in Sicilia le vittime sono due in pochi giorni: Nicole, respinta da vari ospedali poche ore dopo la nascita in una clinica privata di Catania, e Daniel, 2 anni, morto lo scorso venerdì a Trapani, forse per una meningite non diagnosticata, dopo essere stato dimesso dall'ospedale
"Sant'Antonio Abate".
La vicenda di Maria Liliana è doppiamente crudele: la piccola era figlia di Carolina Sepe, la 25enne della provincia di Avellino finita in coma dopo che un vicino di casa, in seguito a una lite, aveva iniziato a sparare, colpendo a morte il padre e la nonna e ferendo lei e il fratello. Carolina, nell'agosto del 2013 era incinta di poche settimane e i medici riuscirono a tenerela in vita, in coma, finché a dicembre con un cesareo fecero nascere la bambina al quinto mese di gestazione, in condizione peraltro drammatiche.
La piccola, fanno sapere ora i medici del Santobono, era stata ricoverata il primo febbraio, con una broncodisplasia, e per qualche giorni era stata in terapia intensiva. Poi un miglioramente e infine il dramma. Il suo caso, spiega in un comunicato l'ospedale, "rientra nel doloroso novero dei decessi di pazienti gravissimi, che sono purtroppo eventi non straordinari in ospedali dove si concentrano i trattamenti di situazioni di tale alta complessità".
Il padre in ogni caso ha sporto denuncia, sulla base della quale la Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta.