La questione dei diritti alle coppie gay continua ad animare la campagna elettorale. Mario Monti si pronuncia per il «rafforzamento dei diritti civili delle coppie omosessuali» e aggiunge che ce ne sono «alcuni, ma ne vorrei di più». Infine, si spinge a prendere in considerazione anche «matrimonio e adozioni», anche se «collocati un po’ più in là», sia nel tempo che «nel grado di sensibilità». Pier Luigi Bersani ne fa una questione prioritaria. «Sia chiaro che l’Italia deve risolvere il problema delle coppie omosessuali», che «è stato affrontato in tutta Europa». Riferimento all’ultimo sì inglese sull’argomento. «Rispetto i conservatori inglesi e Vendola, ma per l’Udc e per il sottoscritto questo è un principio non negoziabile», l’opinione di Pier Ferdinando Casini. Silvio Berlusconi dal canto suo, tornando a dire «no» ai matrimoni omosessuali, ha ribadito l’intenzione di dare diritti non ai singoli, ma alle coppie sulla base del Codice civile. «Sono favorevole - ha sottolineato - a che si trovi in Parlamento una maggioranza che dia alle coppie di fatto gli stessi diritti delle coppie sposate».Per Nichi Vendola (Sel) «il minimo è una legge contro l’omofobia e una per il riconoscimento dei diritti dei gay, ma io mi batterò per il matrimonio dei gay». Poi polemizza con Monti, chiedendosi «come mai le forze liberiste in economia, non sono anche liberali nel campo dei diritti civili». Quasi evocato, un ultra-liberista come Oscar Giannino fa subito sapere di essere contrario al matrimonio, ma favorevole all’«estensione della possibilità per i singoli, a prescindere dal genere di unioni dalle quali far discendere diritti in ordine alla sfera patrimoniale, a quella successoria e alla sfera dell’accesso ai servizi». Sulle adozioni, invece, «prima bisogna identificare quali sono le tutele sul soggetto più debole, che sono gli adottandi». Infine, interviene anche l’ex ministro pidiellino Maurizio Sacconi che mette in guardia dall’«agenda nichilista» della sinistra e vede nel riconoscimento della coppie gay, «ben oltre alcune pur condivisibili esigenze di regolazione civilistica di tutte le relazioni affettive», la «prima breccia» per sradicare dall’Italia i valori tradizionali.