Le divergenze di fondo restano. Ma i volti rilassati esibiti nella conferenza stampa berlinese raccontano, più delle parole ufficiali, del clima sereno fra Germania e Italia, almeno a livello di capi di governo. La bilaterale di ieri, seconda visita di Mario Monti a Berlino e nuovo atto di una liturgia che - stante la crisi duratura dell’eurozona - si rinnova sempre più spesso, si è chiusa infatti nel segno di un "dietro le quinte" fatto trapelare dalla delegazione italiana: nell’incontro Angela Merkel ha suggerito a Monti di attendere prima di chiedere eventualmente l’arrivo dello scudo anti-
spread azionato dai fondi di stabilità Efsf/Esm (nella loro versione alternativa agli interventi in forma salva-Stati). E questo, hanno riferito sempre le fonti italiane, perché la Cancelliera tedesca si è detta convinta che «l’Italia può farcela benissimo da sola, a condizione che prosegua sulla strada intrapresa». Un consiglio a "non avere fretta" che segnerebbe una novità rispetto alla precedente linea tedesca e che sarebbe motivato dalla volontà di verificare prima come evolverà la situazione nella più preoccupante Spagna di Mariano Rajoy. D’altronde anche l’agosto relativamente tranquillo vissuto sui mercati invita a prender tempo: la "zarina di Berlino" ha detto di cogliere «un segnale di speranza» nel calo dei tassi d’interesse registrato nelle ultime emissioni di Roma e Madrid.Frau Merkel, che non ha mai fatto mistero di una sintonia con il Professore, ha ripetuto che «Monti mi ha confermato un’eccezionale« serie di riforme che l’Italia sta sviluppando in questi mesi, dicendosi convinta che «porteranno buoni frutti» e potranno, da sole, «far scendere lo
spread». Ha sottolineato per prima che lei e il "super-Mario" di Palazzo Chigi sono «d’accordo sul fatto di avere un’agenda ambiziosa, ma abbiamo pure – ha proseguito – i mezzi necessari per stabilizzare l’eurozona». Mentre il presidente del Consiglio ha ripetuto il suo
mantra, nell’impervia strada che sta percorrendo per riuscire a dare attuazione alle misure sancite nel Consiglio europeo di fine giugno: non bisogna illudersi dei progressi già compiuti (passi avanti che sul piano nazionale, ha sottolineato, «iniziano a essere riconosciuti anche dai mercati»), la realtà è che «non ci si può fermare quando c’è qualche parvenza di un qualche risultato, bisogna andare avanti con determinazione, gli sforzi devono essere persistenti».Come sempre, insomma, non sono mancate le dichiarazioni d’ottimismo. Abbondanti anche per confondere le opinioni divergenti che rimangono su alcuni punti-chiave. Sui piani della Bce di Mario Draghi, a esempio, la cancelliera si è limitata a rimarcare l’indipendenza dell’Eurotower, ma ha bocciato ancora una volta l’idea di concedere una licenza bancaria al fondo europeo Esm. E con acume l’ha fatto citando Draghi: «Come lui, è anche mia convinzione che non è compatibile con i trattati». Resta, qui, la distanza con Monti, che è invece dell’opinione che la licenza (che darebbe al fondo la liquidità potenzialmente illimitata della Bce) è una delle «tessere del mosaico» per «dare luogo e concretezza ad una
governance soddisfacente». «Certe cose – ha aggiunto – che in questo momento non sono possibili potrebbero esserlo ad altre condizioni». E la Merkel, a sua volta, ha ripetuto, rivolta ai "falchi" di casa sua, che in ogni caso «la Bce è indipendente».