Attualità

INTERVISTA. Monti: nel Pd nessun pericolo comunista «Bersani frenato da ali estreme»

mercoledì 23 gennaio 2013
Berlusconi sbaglia, il pericolo comunista nel Pd non esiste; ma è vero che il partito di Pier Luigi Bersani, così come quello del Cavaliere, non possono riformare davvero il Paese perché frenati dalle ali estreme, come Lega e Sel. Ecco perché per sapere se l’Italia si salverà, bisognerà attendere il risultato delle urne. Mario Monti ammonisce ancora una volta centrodestra e centrosinistra sui rischi che il Paese continua a correre sul fronte economico. «Non credo che forze politiche così condizionate dalle estreme possano fare politiche più radicalmente innovative» spiega il premier uscente, ricordando che a spingerlo a «salire in politica» è stato proprio l’atteggiamento dei due soci di maggioranza della sua «strana» coalizione: il Pdl si è riavvicinato alla Lega, un partito con una «impostazione pericolosamente populistica e critica nei confronti dell’Ue»; mentre il Pd, non volendo avere avversari a sinistra, ha allacciato i legami con Sel.«Fa comodo dire che ho chiesto agli italiani certi sacrifici perchè imposti dalla Germania», ma è un discorso «provinciale», è il senso dell’attacco di Monti al Cavaliere. Qualche stoccata Monti la riserva anche ai democratici. Non manca di sottolineare ad esempio come il partito di Bersani abbia sposato con notevole ritardo l’economia sociale di mercato o l’atteggiamento «forzatamente modernizzante» rispetto alla sua «tradizionale ispirazione storica». Ma dice anche di averne apprezzato «gli sforzi» per «affrancarsi» da una «glorioso storia» che, all’inizio, lo aveva portato a schierarsi contro la costruzione europea. Nuova battuta al veleno, infine, su Massimo D’Alema. Da lui e da Eugenio Scalfari, ripete il Prof, «non posso accettare lezioni di moralità».