Attualità

VERTICE UE. Dall'Ue fiducia a Monti «Riforme impressionanti»

giovedì 24 novembre 2011
L'Italia conferma l'impegno a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 con una politica "sostenibile" che punti anche al rilancio della crescita attraverso le riforme strutturali. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, in una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del vertice di oggi a Strasburgo.Di nuovo sollecitato dai cronisti sulla necessità di una ulteriore manovra correttiva, Monti ha insistito sul fatto che l'Italia farà "i compiti a casa" e, sul fronte comunitario, contribuirà al dibattito sul se e come l'andamento del ciclo economico debba incidere sulla valutazione degli obiettivi di risanamento."Ho illustrato il mio programma e ho insistito sull'interesse che l'Italia ha in primo luogo... di perseguire in modo vigoroso l'obiettivo di consolidamento della finanza pubblica entro termini serrati, confermando l'obiettivo di un pareggio in bilancio nel 2013 e in modo sostenibile", ha detto l'ex commissario Ue."Sostenibilità implica una crescita economica che dia garanzia di una tenuta nel tempo dell'equilibrio di bilancio. Una crescita economica non inflazionistica significa riforme strutturali. Ho illustrato il percorso delle riforme strutturali che intendo apportare e la tempistica di queste riforme e il modo attraverso il quale associando partiti politici e parti sociali abbiamo cominciato a muoverci".Monti non ha risposto in modo diretto alla domanda sulle dimensioni della correzione dei conti pubblici che si profila, dal momento che la Commissione europea stima un deficit dell'1,2% nel 2013 a politiche invariate e una crescita pressochè nulla il prossimo anno.Ha osservato, invece, che l'Italia avrà un avanzo primario nel 2014 pari al 5,7% del Pil e che il pareggio per il 2013 "non è in discussione", ma che esiste un problema più generale che vale per l'economia mondiale e certamente per l'economia europea: "Cosa accade se si entra in una fase recessiva, se e quanto e come le politiche del bilancio pubblico debbano essere aggiustate per tenere conto della variazione del ciclo"."È un tema noto che può porsi a livello di intera economia europea. Credo sia doveroso per ogni Paese fare i compiti a casa e noi intendiamo farlo. Intendiamo anche dare il nostro contributo per la soluzione di problemi comuni come potrebbe essere quello di come aggiustare i programmi di politica economica dei singoli paesi europei alla luce del ciclo".Sarkozy e Merkel hanno detto di voler presentare insieme delle modifiche ai Trattati dell'Unione per rendere più stringenti le norme sulla disciplina fiscale in vista del vertice Ue del 9 dicembre e di voler informare Monti su quanto sarà proposto.Il premier italiano si è detto d'accordo con la Merkel sull'obiettivo di un'Unione fiscale e, rispondendo a una domanda sugli Eurobond, ha detto che "gli Stability bond potrebbero dare un contributo significativo".MERKEL NON CAMBIA STRATEGIA SU BCE ED EUROBONDMonti si è anche detto d'accordo con gli altri due leader europei sul fatto che, una volta definita la nuova governance economica europea, le nuove regole debbano essere applicate a tutti "con la maggiore automaticità possibile, senza guardare in faccia a nessuno, paesi grandi e piccoli, nuovi entranti o vecchi" membri.Anzi, non ha mancato di ricordare i danni procurati dalla decisione presa nel 2003 dai precedenti governi di Parigi e Berlino, con la complicità del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, all'epoca presidente di turno dell'Ecofin, di ignorare i richiami della Commissione sui deficit eccessivi. L'incontro di Strasburgo però è stato segnato soprattutto dalle parole con cui la cancelliera Merkel ha escluso ogni modifica al ruolo della Banca centrale europea e ha riconfermato la netta opposizione all'idea di emissioni comuni di titoli sovrani."La revisione dei trattati non riguarda la Bce. Ci occupiamo di unione fiscale che è un capitolo diverso. Ci saranno proposte che non hanno niente a che fare con la Bce", ha detto Merkel chiudendo la porta alla proposta francese di attribuire all'istituto di Francoforte il ruolo di prestatore di ultima istanza della zona euro.Nessun arretramento neanche sul capitolo Eurobond come risposta all'accoglimento della richiesta tedesca di rivedere i trattati per rendere la disciplina di bilancio più stringente."Non si tratta di un dare e di un avere", ha detto la cancelliera. "Non abbiamo una unione politica e quindi questi punti deboli devono essere superati, ma non è il presupposto per un cambiamento della posizione da me espressa ieri".I tre leader europei su una cosa si sono detti tuttavia d'accordo, basta commenti su cosa la Bce dovrebbe o non dovrebbe fare per aiutare la soluzione della crisi del debito."Tutti e tre abbiamo indicato piena fiducia nella Bce e nei suoi dirigenti e ritenuto che, in segno di rispetto verso questa istituzione, bisognava astenersi dal rivolgere richieste e dare disposizioni", ha detto il presidente francese.Sarkozy e Merkel hanno espresso parole di grande incoraggiamento e fiducia per il difficile compito che spetta a Monti in tema di rilancio economico e rigore di bilancio. "È stato molto importante sapere direttamente dal presidente Monti quali sono le intenzioni del governo italiano ed è molto impressionante vedere le misure che sono intenzionati a prendere" sul fronte del "consolidamento di bilancio e delle riforme strutturali che portano alla crescita e quindi all'occupazione", ha detto la Merkel.Sarkozy ha detto che Monti ha invitato lui e la Merkel a Roma "a breve per continuare la nostra discussione e noi abbiamo accolto l'invito con piacere".

LE MONDE: SARKOZY IRRITATO PER FALLIMENTO STRASBURGOil presidente francese, Nicolas Sarkozy, "è particolarmente infastidito dopo il fallimento del vertice con Angela Merkel e Mario Monti" tenuto oggi a Strasburgo. Lo scrive Le Monde spiegando che i tre leader "hanno deciso di non parlare della Bce ufficialmente per rispettare l'indipendenza dell'istituto di Francoforte inrealtà perchè sono in totale disaccordo sul ruolo dell'istituzione per salvare l'euro". Sarkozy, scrive ancora il quotidiano francese, "vuole che la Bce voli in soccorso degli Stati in fallimento. Monti non vuole ma difende l'idea di avere gli eurobond per ripartire il rischio finanziario in Europa. Merkel non vuole cedere sulla Bce né accettare gli eurobond, accusati di azzerare le pressioni dei mercati sui Paesi meno virtuosi".