Federica Mogherini ha rassegnato oggi
le sue dimissioni da ministro degli Esteri e della Cooperazione
internazionale. Un passaggio già ampiamente annunciato (Mogherini si era già dimessa dal Parlamento) vista la sua nomina ad Alto rappresentante per Esteri e Sicurezza dell'Ue, ruolo che inizierà ufficialmente il 3 novembre. Il presidente del Consiglio Matteo
Renzi starebbe scegliendo in queste ore il nome nel nuovo
ministro che prenderà il suo posto di Federica Mogherini. Lo
si apprende a margine dell'incontro che oggi ha avuto il
presidente del World Jewish Congress, Ronald Lauder, con il
premier e durante il quale si è parlato anche dell'attuale
ministro degli Esteri. Renzi avrebbe intenzione di chiudere la partita in fretta, escludendo a prioprio un interim sia pure di pochi giorni, nonostante la fumata nera arrivata ieri dal Colle. Il premier
ieri era salito al Quirinale per un confronto con il
presidente della Repubblica e per colmare la distanza di vedute sulle caratteristiche e sul profilo migliore del titolare della Farnesina. Se il premier dà importanza, come dimostra la rosa di nomi proposta, alla parità di genere nel governo, Napolitano avrebbe chiesto, per trovare
il miglior candidato possibile, di mettere la mole di dossier di
politica estera davanti a caratteristiche di genere e curriculum. Renzi, a quanto si apprende da fonti parlamentari, avrebbe
avanzato una rosa di nomi femminili:
Lia Quartapelle, deputata
alla prima legislatura di 32 anni con un'esperienza di
ricercatrice all'Ispi; la vicepresidente della Camera
Marina
Sereni; l'ambasciatrice
Elisabetta Belloni e Marta Dassù,
attualmente in cda Finmeccanica.
Per il premier sarebbe determinante mantenere un numero
uguale di uomini e donne nel suo governo, motivo per cui avrebbe
scartato, possibili candidati maschili, tra i quali, in pole, il
viceministro degli Esteri
Lapo Pistelli. Anche se una delle
opzioni valutate sarebbe stata quella di affiancare a Pistelli
la giovane Quartapelle come sottosegretario alla cooperazione.
Ma il criterio della parità di genere non può essere il solo
faro che, secondo il Capo dello Stato, dovrebbe guidare nella
scelta del prossimo capo della diplomazia italiana. Napolitano
avrebbe dunque invitato Renzi ad aprire una riflessione
cambiando metodo: prima vanno valutati i tanti dossier di
politica estera, dalla Libia all'Ucraina, che aspettano al varco
il prossimo ministro. E dopo, in base alle priorità
internazionali, si possono valutare i curricula e le capacità
migliori per scegliere il titolare della Farnesina. Che nei
desiderata del presidente della Repubblica dovrebbe avere un
alto profilo riconosciuto all'estero e capace anche
politicamente di affrontare i tanti e delicati fronti
internazionali che vedono impegnata l'Italia.