Migranti. Il Moas sospende i soccorsi nel Mediterraneo e si sposta in Asia
La Ong maltese Moas aveva sottoscritto il Codice di condotta del governo italiano
La Ong Moas ha deciso di sospendere l'attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Presente sulla rotta che unisce la Libia all'Italia da aprile 2017, l'Organizzazione non governativa con sede a Malta e guidata dai coniugi Chris e Regina Catrambone, "non vuole diventare parte di un meccanismo - si legge nel comunicato diffuso - in cui mentre si fa assistenza e soccorso in mare, non ci sia la garanzia di accoglienza in porti e luoghi sicuri".
"Attualmente non è chiaro cosa succeda in Libia ai danni delle persone più vulnerabili - prosegue - i cui diritti andrebbero salvaguardati in ottemperanza al Diritto internazionale per difendere il principio di umanità".
Dal lancio della sua missione nel Mediterraneo, Moas ha salvato e assistito complessivamente 7.826 persone, di cui 2.000 solo nel mese di aprile 2017 - primo mese di attività Sar (search & rescue). La Ong aveva sottoscritto il Codice di condotta "come atto di fiducia verso il Governo italiano".
Seguendo l'appello di papa Francesco - che aveva richiamato l'attenzione del mondo intero sulla crescente crisi della minoranza Rohingya in Myanmar - Moas rinnova il suo impegno nel golfo del Bengala. Nel Sud-Est asiatico la Ong fornirà assistenza e aiuti umanitari e lavorerà alla "creazione di un sistema organico di trasparenza, sostegno e responsabilità" nella regione dove è in corso un esodo mortale alla frontiera fra Bangladesh e Myanmar.
"Nel frattempo - concludono - continuerà a tenere sotto osservazione le rotte migratorie nel Mediterraneo, pronta a rispondere a quei cambiamenti che consentano di operare secondo i propri principi".