Era sera, hanno chiamato dalla Prefettura di Napoli, non sapevano più dove sbattere la testa. Hanno richiamato durante la notte e «siamo usciti quasi all’una, siamo arrivati al porto, abbiamo preso dei ragazzi stranieri non accompagnati ed eravamo di nuovo qui alle sette», racconta
don Gennaro Pagano, direttore del "Centro diocesano Regina Pacis" a Quarto (pochi chilometri da Pozzuoli), che segue una cinquantina di ragazzi con bei problemi provenienti dall’area flegrea e ne ospita di nuovi, immigrati, per questa emergenza. La ragione dell’accoglienza è in una frase: «Difendo il Crocifisso attaccato alla parete e poi quando mi arriva quello di carne lo mando dove è meglio non dire?!».
Jaffre è nerissimo e nigeriano. È qui da un paio d’anni, tornasse nel suo insanguinato Paese, gli staccherebbero la testa solo vedendolo. Da poco ha lasciato il Centro, lavora e vive in affitto, stasera è venuto a cena, perché «voglio aiutare i nuovi ragazzi arrivati». Poco più tardi tutti a tavola, hamburger, formaggio e insalata, acqua e aranciata.