“Troppe persone continuano ad essere uccise o mutilate da queste terribili armi e uomini e donne coraggiosi rischiano la vita per bonificare i terreni minati. Rinnoviamo, per favore, l’impegno per un mondo senza mine!”: è l'
appello che
Papa Francesco ha rivolto domenica 3 aprile al Regina Coeli. Le
mine anti-uomo causano migliaia di morti e di feriti: ogni anno tre
vittime su quattro sono
civili e, secondo l’Unicef, i
bambini rappresentano più di un terzo delle
vittime civili a causa della loro innata curiosità che li induce a capire cosa hanno davanti, anche nel caso di un ordigno.
Dove c’è una mina c’è ancora guerra. I conflitti nascono e finiscono: una volta esauriti l’attenzione dell’opinione pubblica si sposta altrove, eppure, anche ad anni di distanza, la gente continua a morire a causa delle mine antiuomo.
Quali sono i Paesi dove sono ancora presenti le mine antiuomo?
Stando a quanto riportato dal
Landmine Monitor 2015, il rapporto annuale della International Campaign to ban landmines (ICBL), le mine antipersona sono state usate dai gruppi armati non statali in più paesi rispetto agli ultimi 9 anni.
I dati più recenti che si riferiscono al periodo compreso tra ottobre 2014 e ottobre 2015 mostrano che i gruppo armati non statali hanno usato mine antipersona, o ordigni esplosivi improvvisati (IED) in grado di funzionare come delle mine, in ben
10 Paesi: Afghanistan, Colombia, Libia, Myanmar, Pakistan, Siria e Yemen, così come in Iraq, Tunisia e Ucraina.
L’uso da parte dei governi rimane basso, anche se sono stati confermati nuovi usi tra il 2014 ed il 2015 da parte delle forze governative in Myanmar, Korea del Nord e Siria.
Quante sono le vittime delle mine antiuomo?
La media registrata di
vittime nel 2014 è stata di
10 persone al giorno, e come per i precedenti report la maggior parte degli incidenti riguarda i civili che rappresentano l’80% delle persone coinvolte. Di questi il 39% sono bambini ed il 12% è rappresentato da donne e ragazze.
Riguardo alla bonifica, a settembre 2015, il Mozambico ha dichiarato di aver terminato le operazioni di sminamento divenendo così il 28 paese libero dalle mine dall’entrata in vigore del Trattato di Ottawa che vieta la produzione e l’uso di
mine antiuomo. Attualmente risultano ancora contaminati 57 paesi, di cui 33 Stati che hanno aderito al Trattato, e 4 altre aree (Kosovo, Nagorno-Karabakh, Somaliland e Sahara Occidentale).
Nel 2014 sono stati bonificati circa 200 chilometri quadrati di aree minate rispetto ai 185 kmq del 2013, distruggendo oltre 230mila mine antipersona.
Che significato ha la giornata mondiale antimine?
Il
4 aprile nella
Giornata mondiale per la promozione e l’assistenza all’azione contro le mine - indetta dall’Assemblea generale dell’Onu l’8 dicembre 2005 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare sul problema della presenza di mine e di altri ordigni inesplosi - viene presentato in anteprima il documentario sulla vita di
Vito Alfieri Fontana che da fabbricante di morte è diventato cacciatore di mine. L'iniziativa è promossa dalla Città metropolitana di Milano con IPSIA Acli, le Acli milanesi, Agesci Lombardia ed Emergency in collaborazione con Comune di Cernusco sul Naviglio, Comune di Magenta e Università degli studi di Milano Bicocca.
Nel docufilm è lo stesso Alfieri Fontana a raccontare di come ha cambiato vita, diventando sminatore: la sua azienda, l’italiana Tecnovar, poteva produrre un milione e mezzo di mine all’anno, tra quelle antiuomo e quelle anticarro: «Erano richieste per la loro persistenza, anche dopo 10 - 20 anni garantivano il corretto funzionamento». Come racconta
Famiglia Cristiana, nel 1993 poco prima che don Tonino Bello morisse, Alfieri Fontana ricevette da Pax Christi, di cui Tonino Bello era presidente, un invito a partecipare a un convegno sul commercio delle armi. Rimase un po’ sorpreso. A lui, produttore di quel tipo di "merce", venne chiesto un confronto con quelli che ne chiedevano da sempre il bando. Quell'incontro segnò la sua svolta esistenziale: la fine della vita da fabbricante di armi e l'inizio del viaggio in Bosnia Erzegovina dove avrà la possibilità di affrontare i fantasmi del suo passato.
Qui è possibile vedere gli orari delle proiezioni del documentario. Guarda il
trailer de “
Il successore”:
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