Una lettera anonima, con minacce di morte. È arrivata due giorni fa a Palazzo Madama, destinatari Renato Schifani e la sua famiglia, dopo che il presidente del Senato è stato chiamato in causa dal pentito di mafia Gaspare Spatuzza che gli attribuisce un incontro con il boss Filippo Graviano all'inizio degli anni '90. Le misure di sicurezza per Schifani sono state immediatamente rafforzate, soprattutto in Sicilia per ordine del prefetto di Palermo Giancarlo Trevisone.La lettera è datata "Reggio Emilia, 21 novembre 2009" e il timbro postale è "Bologna cmp". È piena di dettagli sulle abitudini e sui movimenti del presidente del Senato, che sarebbe, secondo chi scrive, «nell'occhio dei picciotti». Si afferma che durante «un incontro a Reggio Emilia» ci sarebbe stata una non meglio precisata telefonata, e viene lanciato un avvertimento: «Stia attento perché è in pericolo la sua vita e quella dei suoi familiari. I cosiddetti perdenti sono per la resa dei conti». Schifani ha però precisato che, almeno da quando è in carica come presidente del Senato, non è mai andato nella città emiliana. L'informativa dell'ispettorato del Senato è stata recapitata mercoledì alla Questura e al Comando dei carabinieri di Reggio Emilia. Il questore Francesco Perugatti ha spiegato che sono in corso accertamenti e riscontri sulla spedizione, in attesa di eventuale assegnazione di incarichi specifichi. L'inchiesta infatti è radicata nel luogo di consegna della missiva e dunque le indagini sono a cura degli uffici investigativi di Roma.
Le reazioni. Tra i messaggi di solidarietà arrivati al presidente del Senato c'è quello di Gianfranco Fini, che ha telefonato al collega per esprimere «solidarietà e vicinanza». Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, si augura che «la politica sia unita, senza eccezioni e stonature, nell'esprimere solidarietà a Schifani. È indecente che l'onore, l'identità, l'immagine, la reputazione di una persona possano anche solo per un momento essere appese a calunnie, invenzioni, accuse di criminali, più o meno pentiti». Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo parla di «attacco vergognoso. L'imbarbarimento del clima politico-giudiziario - aggiunge - ha superato i livelli di guardia e rende palese il tentativo di destabilizzare le istituzioni». Solidarietà anche da Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Sono convinto che niente e nessuno potrà frenare comunque il suo impegno a favore delle istituzioni e del Paese».