«Quando una donna riveste incarichi pubblici, si scatena contro di lei l’aggressione sessista. Serve una legge sul web. Io non ho paura di camminare per Roma e ho chiesto di non essere scortata, ma mi pare molto più pericoloso che si diffonda in rete una cultura della minaccia tollerata...». È lo sfogo del presidente della Camera,
Laura Boldrini, che ieri su
Repubblica ha protestato contro le offese scagliatele contro attraverso Internet: «La questione non riguarda solo me. E mi domando se sia giusto che una minaccia di morte che avviene in forma diretta, o con una scritta sul muro, sia considerata in modo diverso dalla stessa minaccia su Internet. Chiedo che si apra una discussione serena e seria: se il web è vita reale e produce effetti reali, non possiamo più considerare poco rilevante quanto accade in Rete».Le sue parole non sono cadute nel vuoto. La procura di Roma ha aperto un fascicolo sulle minacce da lei subite e su alcuni fotomontaggi circolati su Internet. Titolare del fascicolo è il pm Luca Palamara, che procede per minacce, diffamazione e violazione della privacy. La Polizia postale avrebbe intanto già provveduto a far rimuovere foto e frasi minacciose dai siti dove erano presenti. Inoltre, alla Boldrini è giunta subito la solidarietà di tante donne, in prima fila i ministri dell’Integrazione Cecile Kyenge («La violenza non ha colore, quello che bisogna cambiare è la cultura sulle donne») e delle Pari opportunità, Josefa Idem, che attacca «centinaia di uomini, vili e senza dignità, che ritengono normale insultare e minacciare una donna per il solo fatto che abbia osato esprimere delle idee. Serve una risposta ferma e decisa della politica di cui mi farò interprete e portatrice».Dal mondo politico arriva una risposta bipartisan. La senatrice del Pd
Anna Finocchiaro sbotta: «Basta col sessismo e col razzismo. Alla violenza di genere e alla xenofobia, bisogna rispondere sul piano dei diritti, della prevenzione e della diffusione di una cultura del rispetto del corpo della donna e della diversità». Servono «leggi adeguate, che prevedano anche sanzioni», auspica il capogruppo del Pd al Senato,
Luigi Zanda, mentre il suo "omologo" del Pdl alla Camera,
Renato Brunetta, offre «solidarietà incondizionata». Anche il leader di Sel, Nichi Vendola, «sollecita una reazione culturale, sociale e politica», mentre da Strasburgo il Commissario per i diritti umani del Consiglio Ue,
Nils Muiznieks, stigmatizza «il discorso razzista in Italia, un problema che perdura da tempo. Gli eventi più recenti confermano l’urgenza di affrontare la questione».