Regionali. La mina Basilicata fa saltare il "campo largo"
La segretaria del Pd, Elly Schlein
Nessun passo indietro del candidato del centrosinistra in Basilicata, dove si vota il 21 e 22 aprile, nessun ripensamento da parte dei partiti, nonostante le spinte che vengono dai livelli locali. Centrosinistra ancora nel caos, ma Pd e M5s confermano l’accordo su Domenico Lacerenza, «candidato a sua insaputa», ironizza Carlo Calenda, pomo della discordia, tenuto fuori dall’intesa. «Perché dovremmo cambiare?», si chiede Giuseppe Conte. A Roma il leader del M5s e la segretaria del Pd Elly Schlein e blindano il medico-oculista, scelto insieme a Avs e +Europa. A meno di sorprese, quindi, non ci sarà il campo largo.
Non larghissimo, almeno, perché Azione - tenuta fuori - si tira fuori a questo punto e oggi potrebbe annunciare il sostegno al governatore uscente Vito Bardi l’ex generale della Gdf, in quota Fi ricandidato dalla coalizione di centrodestra, verso cui ormai definitivamente vira anche Italia viva: «Decideranno i dirigenti di Iv Basilicata», dice Matteo Renzi, che però aggiunge sornione: «Io ho un’antica amicizia con Bardi». Il campo larghissimo lo fa il centrodestra quindi, riuscendo nell’impresa, a quanto si preannuncia, di mettere d’accordo Renzi e Calenda. Esulta Antonio Tajani: «Un candidato uscente come Bardi è in grado di aggregare molti consensi a livello locale», dice.
A una settimana dalla presentazione delle liste (venerdì 22 e fino alle ore 12 di sabato 23 marzo) il centrosinistra ha vissuto un’altra giornata sul filo della tensione, aperta da un documento firmato da molti attivisti, sindaci, e dirigenti del Pd e del centrosinistra locale, e formalizzata da Giovanni Petruzzi, all’epoca coordinatore della mozione Cuperlo: «Sia ritirata la candidatura di Lacerenza o promuoviamo il polo dell’orgoglio lucano».
La scelta di Lacerenza viene bollata come una ingerenza dei livelli nazionali, dal momento che sabato 2 marzo, al termine di una riunione molto accesa della Direzione regionale, il Pd lucano aveva approvato all'unanimità un documento, sostenuto dall'ex ministro della Salute Roberto Speranza, con cui si confermava il sostegno alla candidatura di Angelo Chiorazzo, espressione del movimento civico Basilicata Casa Comune. Il nome del fondatore di Auxilium si è imbattuto nel veto dei 5 stelle. E così il 13 marzo, Pd, M5s, Avs e +Europa hanno ufficializzato, con la convergenza del movimento di Chiorazzo, la candidatura di Lacerenza, alla prima esperienza politica, una candidatura “debole” per molti esponenti del Pd, che, insieme a esponenti di altre forze politiche del centrosinistra lucano, hanno provato a convincere il medico a ritirarsi. Senza riuscirci. «Voci prive di fondamento», ha definito Lacerenza quelle che lo davano in dubbio, se non sull’orlo della rinuncia.
Qualche fibrillazione, più ovattata, anche nel Movimento 5 stelle della Basilicata. A Potenza, al termine della riunione del tavolo del centrosinistra, durata quasi cinque ore, il coordinatore regionale dei pentastellati Arnaldo Lomuti, conferma la scelta: «Non c’è nessuna spaccatura con il Movimento nazionale, Lacerenza resta il nostro candidato».
Partita chiusa, quindi, mugugni a parte. Al tavolo potentino del centrosinistra, dopo diverse assenze, c’era anche Azione, con il segretario regionale, Donato Pessolano, e il consigliere regionale Marcello Pittella. Della serie: incontrarsi e dirsi addio. «C’è bisogno di un politico e Lacerenza non lo è», ha detto l’ex governatore, ex dem passato con Calenda, proponendo una serie di nomi alternativi, a cominciare da quello di Chiorazzo. «Se c’è convergenza di tutti, noi siamo pronti a togliere il veto» sul fondatore della cooperativa Auxilium, ha detto.
Parole al vento, però, e adesso c’è attesa per l'arrivo a Matera di Calenda, che domenica sarà poi a Potenza. «Ora - ha aggiunto Pittella - sceglieremo la strada migliore: se andare da soli e fare un’altra coalizione o se fare un patto programmatico altrove». A questo punto, come detto, l’ipotesi più accreditata è che Azione appoggerà Bardi.
L’alternativa che viene prospettata, un colpo di scena che veda un accordo al centro fra Azione e Chiorazzo (spinto sui social e con una petizione on line dai suoi sostenitori a lasciare Lacerenza e andare da solo), al momento appare piuttosto improbabile, ma non ancora scartata.
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