"Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato la legge di conversione in legge con modificazioni del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative nonchè interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle famiglie e alle imprese", il "milleproroghe". Lo rende noto il Quirinale in un comunicato."Si è preso atto - si legge nel comunicato del Quirinale - che Governo e Parlamento hanno provveduto ad espungere dal testo molte delle aggiunte sulle quali erano stati formulati rilievi da parte del Capo dello Stato. Restano comunque disposizioni in ordine alle quali potranno essere successivamente adottati gli opportuni correttivi, alcuni dei quali sono del resto indicati in appositi ordini del giorno approvati dalle Camere o accolti dal Governo"."Il Presidente Napolitano ha altresì preso atto - prosegue la nota - dell'impegno assunto dal Governo e dai Presidenti dei gruppi parlamentari di attenersi d'ora in avanti al criterio di una sostanziale inemendabilità dei decreti-legge. Si tratta di una affermazione di grande rilevanza istituzionale che vale - insieme alla sentenza n. 360 del 1996 con la quale la Corte costituzionale pose fine alla reiterazione dei decreti-legge non convertiti nei termini tassativamente previsti - a ricondurre la decretazione d'urgenza nell'ambito proprio di una fonte normativa straordinaria ed eccezionale, nel rispetto dell'equilibrio tra i poteri e delle competenze del Parlamento, organo titolare in via ordinaria della funzione legislativa, da esercitare nei modi e nei tempi stabiliti dalla Costituzione e dai regolamenti parlamentari".
L'APPROVAZIONE IN SENATOL'aula del Senato ha definitivamente approvato sabato pomeriggio la conversione in legge del decreto Milleproroghe. l testo è stato approvato con 159 voti a favore, 126 contrari e due astensioni. Con il voto di fiducia già incassato dal governo alla Camera, venerdì, il decreto Milleproroghe è dunque convertito in legge, in tempo utile per la promulgazione prima della decadenza, domenica 27 febbraio. Dopo lo stop del Quirinale per vizi di incostituzionalità, il governo ha soppresso sette norme e ne ha riformulate due. Spariscono in particolare la riorganizzazione della Consob contestata dai sindacati, l'aumento da 48 a 60 consiglieri e da 12 a 15 assessori per i comuni come Roma che hanno più di un milione di abitanti e l'assunzione dei precari della scuola sulla base della graduatoria stilata a livello provinciale. Anche il premier Silvio Berlusconi, in qualità di deputato, ha partecipato al voto alla Camera.Novità sull'anatocismo (gli interessi pagati sugli interessi): il termine di dieci anni per chiedere il rimborso delle somme decorre dalla data del versamento e non dalla data di chiusura del conto. Se la prescrizione è già scattata non bisogna però restituire alle banche gli importi già versati al momento dell'entrata in vigore della legge di conversione.