Mostra. Meeting Rimini, i "millennials" si chiedono: chi siamo?
giovedì 20 agosto 2015
Sbarca al Meeting dell’Amicizia fra i popoli (20-26 agosto a Rimini) la mostra-indagine “I am exceptional: millennial experience”, realizzata da un gruppo di giovani americani per il New York Encounter 2015 dello scorso gennaio, utilizzando il loro linguaggio, cioè mescolando social, selfies, live feeds, blog.I millennials sono i giovani nati tra i primi anni ’80 e gli anni “zero”, chiamata anche la “Me, Me, Me generation”, la generazione io-io-io. Ed è proprio questo l'interrogativo, rilanciato anche sul Time Magazine dal giornalista Chris Weller: "Po-stiamo sui social media con regolarità, attraverso profili e account che pongono la domanda: Chi sei?”.
Chi sei, dunque.
Proprio questa “ricerca di identità” (come recita il sottotitolo della mostra) è il filo conduttore dell'esposizione, frutto del “Millennial Project”, un percorso di indagine e condivisione durato sei mesi: 75 ragazzi statunitensi e canadesi tra i 25 e i 35 anni si sono confrontati via Skype e sui social network sulle loro domande ed esperienze quotidiane, lasciandosi provocare da alcuni testi di don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, oggi diffuso anche in America.
Le videochiamate, i post e i tweet sono divenuti il luogo di una straordinaria ricchezza di racconto e di scoperta di sé che il percorso della mostra ripropone al visitatore attraverso panmnelli fotografici e illustrativi. La visita non è guidata, ma al termine i visitatori possono fermarsi a dialogare con i curatori e le guide americane, e lasciare un commento dalle postazioni i-pad o dal proprio smartphone, che sarà visualizzato in live feed.
“Noi Millennials, - si legge nella mostra - perseguiamo quella promessa ricevuta quando eravamo piccoli: che le nostre vite sarebbero state straordinarie. Per molti di noi, nati negli ottimistici anni al volgere del millennio, questa grandezza è stata elusiva. […] Mentre molti commentatori si sono dilungati sugli alti tassi di mobilità, sul crescente numero di lauree universitarie e sulla propensione all’idealismo della nostra generazione, noi, piuttosto, siamo acutamente consapevoli del dramma inerente al continuo tentativo di inventare una risposta a quella domanda: chi sei? L’immagine sorridente pubblicata sulla pagina Facebook si rivela effimera e la solitudine prevale - la vita non è quel che era stato promesso. […] Siamo di fronte ad una scomoda verità: una generazione che ha protetto con cura la stima di sé ed ha allargato a dismisura le possibilità di stili di vita ma non è diventata, come risultato, più felice”.
Ed è qui dove i Millennials si trovano ad affrontare la domanda di ciò che davvero dà senso alla vita.
La mostra è a cura di José Medina, Martina Saltamacchia, Carolina Brito, Amy Sapenoff
Con Monica Canetta, Federica Fromm, Jonathan Ghaly, Emily Marsolek, Beth Nelson, Vincent Petruccelli, Laurence Rivest, Stephanie Stockman, Emily Wurzler.